Al via il Giro d’Italia
formativo di
Andrea Devicenzi
Nella foto Andrea Devicenzi poco prima della presentazione a Genova
GENOVA – Il Giro d’Italia formativo di Andrea Devicenzi è partito. Anzi, per essere precisi, lo farà giovedì mattina dopo la lezione di un’ora e mezza all’Istituto “Parmigianino” di Parma, dove dieci classi, dalle 10.30 alle 12, si prepareranno ad essere magnetizzate dal 41enne di Martignana di Po. Intanto però il suo “piano dell’opera” è stato messo nero su bianco e illustrato nel dettaglio. L’atleta, amputato all’età di 17 anni in seguito a un incidente stradale, ma che grazie alla mente e al cuore è spesso arrivato ben oltre i suoi limiti fisici, per sei weekend percorrerà praticamente tutto lo Stivale. Giusto domenica, nella cornice delle Cisterne di Palazzo Ducale a Genova alla presenza di una cinquantina di persone e all’interno del contenitore suggestivo del Festival della Scienza, Andrea per la prima volta in pubblico ha potuto presentare il tour che, in sella alla sua bicicletta, lo porterà a “divorare” oltre 1700 chilometri di asfalto in tutta Italia. Non mancheranno, durante il percorso, testimonial d’eccezione e grandi sportivi professionistici, prelevati dai più svariati sport e noti al grande pubblico.
Il Giro d’Italia, strutturato con la formula delle lezioni al mattino e del percorso in bici nel pomeriggio, con tappe anche da 180 km in mezza giornata (tutte su una gamba sola: ricordiamolo, anche se con Andrea questo sembra un dettaglio), è stato diviso in spezzoni da tre giorni: giovedì, venerdì e sabato, una mattinata per ogni città. Dopo l’esperienza parmigiana di giovedì prossimo, per cominciare, Andrea Devicenzi approderà, ovviamente in bici, a Torino il prossimo venerdì, per poi scalare a Milano sabato, pur restando aperta la possibilità di una deviazione su Genova (le scuole meneghine ancora devono dare la propria conferma).
Il calendario, del resto, rischia sempre più di arricchirsi di nuove puntate: alle 18 città segnate inizialmente, per esempio, si sono aggiunte Venezia e proprio Genova, adesioni raccolte proprio nel weekend presso il capoluogo ligure. “In caso di nuove tappe” rivela Andrea “vedremo di allungare il percorso e di trovare qualche mercoledì, giorno libero, spalmando su quattro il fine settimana. E’ importante rispondere alle varie esigenze e raccogliere le istanze che arrivano dalle scuole e dalle università italiane. Ed è fondamentale crederci e non negarsi, ci mancherebbe”. Una lezione che domenica mattina Andrea ha dedicato a ragazzi e adulti, parlando per quasi un’ora e mezza della sua vita, delle sue esperienze estreme come la scalata alla strada carrozzabile più alta del mondo, la Manali-Leh in India 2010, o il completamento della Parigi-Brest-Parigi nel 2011. Imprese che noi conosciamo bene, ma che meritano di essere “esportate” anche in giro per l’Italia, come esempio di vita che, al di là della componente quasi superomistica in sé, possono costituire un importante insegnamento anche nei problemi spesso banali della quotidianità. Un incontro servito a presentare anche la bici Loscar, grazie al supporto di Elena Rosa e dell’associazione che porta lo stesso nome, un particolare velocipede definito Concept-Bike, con un’unica forcella davanti e dietro che migliore l’aerodinamica di chi la guida. “Un bel prodotto” ha rivelato Andrea “che ho già testato e sicuramente utilizzerò presto, anche se per il Giro d’Italia, al momento, penso di sfruttare il mio mezzo”.
“Loscar” come ha avuto modo di spiegare la stessa Elena Rosa, savonese doc “mira a rivoluzione il concetto di bicicletta, cercando comportamenti più sostenibili e dando vita a una famiglia di biciclette inedite e innovative. Garantisce maggiore sicurezza in frenata, telai più agili e scattanti, con ruote intercambiabili e più facili proprio da sostituire e cambiare, dato che il copertone può essere tolto senza smontare la ruota, ad esempio. Tutto questo consente di ridurre del 50% l’utilizzo di ruote di scorta e dunque l’accumulo di rifiuti. Anche il telaio si dimessa e diventa più agevole da trasportare, versatile e più leggero. E’ una bicicletta eco-sostenibile a tutti gli effetti”. Devicenzi, che soltanto giovedì ha lasciato il posto fisso (“una follia, lo so, ma se credi in un obiettivo, devi fare qualcosa di speciale”) per immergersi completamente nel suo Progetto 22 da mental coach, del quale il Giro d’Italia formativo fa parte, toccherà Pisa, Bologna, Padova, Firenze, Venezia, Bari, Foggia, Pescara e, come punto più a sud, Roma, Napoli e Salerno. Sempre in bici, sempre pedalando. Perché Progetto 22 non è una sfida ai propri limiti, non solo almeno, ma soprattutto un messaggio di fiducia. E perché Andrea, che racconterà la sua storia alle nuove generazioni di tutto il Belpaese e insegnerà alle giovani leve a non mollare mai, nello sport come nella vita, è abituato a fare così. Mezzo uomo, mezza bici: piccolo grande eroe dei nostri tempi, pioniere dell’antico valore del sacrificio, da riscoprire anche nella comodità dell’oggi.
Giovanni Gardani
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