Cultura

Teoria del Gender,
“l’uomo al posto di Dio
così si va allo sbando”

Nella foto il tavolo dei relatori e il folto pubblico in Auditorium

CASALMAGGIORE – Paladino dell’oscurantismo cattolico o guida illuminata contro gli attacchi alla famiglia tradizionale? Quel che è certo è che Gianfranco Amato è assai efficace nei suoi interventi. Non può lasciare indifferente anche perché il tema è di quelli che naturalmente dividono e fanno discutere. L’avvocato presidente di “Giuristi per la vita” ha parlato martedì sera presso l’Auditorium Santa Croce davanti ad oltre 150 persone, invitato dall’Associazione Famiglie di Santo Stefano e dalla Zona Pastorale IX. Il titolo della serata era “Dove va l’uomo?”, il tema stava nel sottotitolo: “Teoria del gender tra realtà e follia”.

L’introduzione del concetto di genere (gender in inglese) invece che di sesso, il disegno di legge Scalfarotto sulla lotta all’omofobia, l’intolleranza cui è fatto oggetto chi difende i valori della famiglia tradizionale, lo scarso peso riservato ai genitori nell’educazione scolastica dei propri figli, fino all’indifferenza con cui tale processo si sta facendo strada: questi e tanti altri gli argomenti che ha toccato Amato nella sua relazione.

Ad introdurre l’avvocato varesino è stata Giovanna Gardinazzi, presidentessa dell’associazione organizzatrice, la quale ha ringraziato anche l’Amministrazione comunale per il patrocinio concesso. «Il concetto di maschio e femmina – ha precisato – secondo la teoria gender è solo un prodotto culturale, mentre l’individuo può scegliere se essere maschio o femmina. Chi non si adegua a questa ideologia è accusato di omofobia e discriminazione, e perseguito per legge. Noi stasera non vogliamo creare barriere, solo discutere se veramente esista un’emergenza diritti civili nel nostro paese o se siamo di fronte a una follia».

«Cosa sta accadendo nel nostro paese?». Con questa semplice domanda Amato ha iniziato il suo percorso, che in questi giorni lo porta in giro per l’Italia a difendere il diritto dei cattolici ad essere tali, ad ispirarsi alle Sacre Scritture senza essere tacciati di intolleranza, e a raccontare episodi che a suo dire mostrano che l’intolleranza è di chi non consente nemmeno che su un tema etico così delicato possa esistere un contraddittorio. Amato è avvocato dalla denuncia facile, ed ha elencato solo alcuni degli ultimi casi segnalati: un manifesto a Torino che pubblicizzava una mostra e offendeva la Sacra Famiglia, un servizio Rai sull’Ultima Cena in versione omosessuale («l’avrebbero fatto con Maometto?»), opere d’arte di fatto pedopornografiche, il sindaco di Empoli che si ostina a trascrivere matrimoni gay celebrati all’estero nonostante lo stop del Prefetto, e poi il caso di un parroco malmenato domenica a Rovereto in occasione di una manifestazione delle “sentinelle in piedi”.

Amato è partito dal quadro complessivo, cioé cosa accade in Europa dove il processo è in fase più avanzata ed episodi inquietanti che mostrano una volontà ben orchestrata, come il caso che ha coinvolto in Spagna il cardinale Aguilar, amico di Papa Francesco e accusato di omofobia dalla Procura di Malaga. «Il cuore del problema – ha detto il presidente di “Giuristi per la vita” – è il ddl Scalfarotto, che si basa sulla volontà di estendere agli omosessuali la legge che già contrasta atti discriminatori di carattere antisemita e razzista. Ma nessun caso di discriminazione sul posto di lavoro è mai approdato sul tavolo di un giudice. Eppure esiste l’Oscad (Osservatorio della Polizia di Stato contro le Discriminazioni, ndr), che in tre anni ha rilevato la “bellezza” di 83 casi. La presenza in Sicilia e Puglia di presidenti di Regione dichiaratamente omosessuali rende difficile sostenere la tesi che l’Italia sia un paese che discrimina i gay».

E poi altri esempi, dalle incursioni durante un convegno a Casale Monferrato al recente caso Barilla, da un documento dell’Unar (“Strategia nazionale per la prevenzione dell’omofobia”) promosso dal Governo che poi ha fatto un passo indietro sino ai libri letti in classe da ragazzini di 15 anni dal contenuto talmente immorale da essere considerato indegno di lettura in Parlamento. Al termine, l’invito a mantenere alta l’attenzione: «Tutto questo sta accadendo nella totale ignoranza degli italiani. E’ così che si perde la liberta». A seguire, un ulteriore parallelo con gli anni Trenta e il controllo sulla cultura imposto in Italia dal Minculpop e in Germania dal Ministero della Propaganda di Goebbels, col complice silenzio di tanti che sapevano. «No – ha urlato in chiusura Amato presentando il suo libro -. Noi queste cose le abbiamo dette e scritte, a futura memoria, a futura vergogna».

Dato il tono e il contenuto della relazione, ci si attendeva qualche intervento in senso contrario ad infuocare il dibattito, invece in questa direzione si è mosso il solo Mario Daina, che si è limitato, «da cattolico di Santo Stefano», a dichiararsi in disaccordo con l’iniziativa e con le teorie del relatore, pur apprezzando il ritorno di un confronto sui temi etici e non solo sociali. Dopo l’invito a fare la domanda, bruscamente negato, e prima dei saluti dell’assessore comunale all’Istruzione Sara Valentini («Credo che la famiglia sia composta da padre e madre che possono avere figli. La mia missione sarà entrare nell’istituzione scolastica e accompagnare i dirigenti nell’istruzione»), si sono segnalati alcuni altri interventi, fra i quali quello di Fabiano Penotti, ex capogruppo di minoranza e preside.

A chi giova questo “progresso”? «Il vero obiettivo – ha risposto Amato – è il business. Quello ad esempio delle potenti lobby che stanno girando come avvoltoi sull’Italia per realizzare cliniche per la procreazione assistita». Invitato a pronunciarsi sul ruolo di Alfano nel governo, è andato oltre, affermando però che «l’unico ostacolo per loro è quel che resta della chiesa cattolica». Infine un monito: «L’uomo si sostituisce a Dio, e se il volto dell’Occidente è questo, l’Isis non farà fatica a convincere i musulmani moderati. Stiamo fornendogli le armi». Inquietante la chiusura, che fa intendere come alla base di questo disegno ci sia un essere «secondo per intelligenza solo a Dio», e già nei vangeli apocrifi si faceva riferimento alla natura androgina dell’uomo. L’accenno satanico ha accompagnato a casa chi l’ha accolto con un cenno di complice assenso del capo, chi con una timorosa incredulità, chi con un sorriso patetico.

Vanni Raineri

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