Bellingeri risponde
al sindaco: Museo
dei Cordai “caldissimo”
Nella foto il momento dell’inaugurazione del Museo del Cordai: Rivaroli all’epoca era vicesindaco
CASTELPONZONE (SCANDOLARA RAVARA) – Non hanno lasciato indifferente Lia Bellingeri, ex curatrice del Museo dei Cordai di Castelponzone, le dichiarazioni del sindaco Velleda Rivaroli all’ultimo consiglio comunale di Scandolara, in risposta a una delle interpellanze presentate dal consigliere di minoranza Francesco Borghesi. “Mi spiace dover tornare sull’argomento del mio incarico di conservatore al Museo dei cordai di Castelponzone” spiega Bellingeri in una missiva indirizzata al nostro giornale “ma le dichiarazioni del sindaco mi obbligano ad alcune precisazioni, dato che riferiscono i fatti in modo talmente parziale da diventare tendenzioso. Le ragioni addotte dal sindaco sulla sua scelta di non rinnovare il mio incarico e le sue spiegazioni farebbero sorridere se non venissero da un amministratore pubblico, anche se di una comunità minuscola: come quando sostiene di non aver ritenuto di accettare la mia prima proposta di compenso per il 2014, ben sapendo che l’ho avanzata formalmente dopo aver concordato la cifra con lei e anzi su sua precisa indicazione. Ugualmente concordata con lei è stata la mia seconda proposta: la cifra, che non ho difficoltà a dichiarare e che continuo a ritenere poco più che simbolica, era di 5.000 euro”.
Un problema che, più che economico, secondo Bellingeri è stato di rimandi. “Come risulta dal testo della risposta all’interpellanza comunale da cui l’articolo è tratto, l’amministrazione ha cercato, ma non è riuscita a recuperare la somma. Si è però guardata bene dal mettermi al corrente della situazione, sia prima che dopo le elezioni dello scorso maggio, mentre io continuavo a lavorare sulla fiducia con le rassicurazioni del sindaco uscente che la situazione si sarebbe sbloccata dopo il 31 luglio”.
Il secondo passaggio invece riguarda la competenza di chi guiderà il Museo. “Ho appreso da un altro articolo pubblicato a metà agosto che Velleda, diventata sindaco, aveva rinnovato la commissione del museo nominandone presidente – oltre che direttore del museo – un volontario senza alcuna competenza scientifica, alla guida di un gruppo di volontari tanto volenterosi ma altrettanto incompetenti. Io non sono più stata contattata in alcun modo né nessuno si è preoccupato di chiarirmi alcunché. Ora, sfrondando le spiegazioni del sindaco dal suo pretestuoso trincerarsi dietro regolamenti e delibere, è chiaro che il nuovo direttore sostituisce me, naturalmente per quanto è nelle sue capacità: tanto è vero che fra i progetti della commissione se ne elencano alcuni per i quali è necessario un minimo di conoscenze, come l’“accreditamento del museo presso Regione Lombardia e l’inserimento all’interno della Rete dei Musei Etnografici Lombardi” e la realizzazione di “un bel libro cartaceo”. Al di là di questa palese contraddizione, vedremo comunque nei fatti quale sarà il lavoro svolto dalla commissione e quali gli obiettivi raggiunti, oltre a quello di correre nelle sagre di paese in finti abiti antichi a mostrare il pittoresco mestiere del cordaio”.
Lia Bellingeri rivendica comunque la bontà del suo lavoro. “È anche evidente” scrive “che le idee del sindaco sui musei sono alquanto confuse: pensa che nei miei due anni di lavoro “il ruolo di curatore si era comunque esaurito”, ma il 5 settembre sosteneva che era “tuttora vacante”: le faccio presente che ogni museo degno di questo nome, per quanto piccolo, necessita di una figura con specifiche competenze che operi con continuità, se non vuol cadere nel folklore e nell’approssimazione. Per rendersene conto basta guardare gli altri piccoli musei del nostro territorio, che hanno tutti o un curatore o un direttore scientifico”.
In chiosa Bellingeri spiega che avrebbe potuto accettare anche una forma gratuita di collaborazione. “Quello che infastidisce, in sostanza, è un atteggiamento del tutto irrispettoso non solo delle competenze, ma anche della disponibilità mia per il mio paesino: con un discorso onesto, basato sulla fiducia, il sindaco avrebbe facilmente potuto continuare ad avere la mia collaborazione gratuita. Ha preferito invece un’accozzaglia di cose e persone che immagino risponda meglio alla sua idea di museo. Come ho già detto, io vivo benissimo anche senza Museo dei cordai”.
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