Il patrimonio della mafia
al centro del convegno
di Sabbioneta
Nella foto un momento dell’incontro
SABBIONETA – Un convegno sul fenomeno mafioso e sulle sue infiltrazioni ha impegnato per tre ore alcuni relatori sabato pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Sabbioneta. Un problema che necessiterebbe di intere giornate senza comunque giungere, anche in quel caso, ad una conclusione e tantomeno ad una soluzione. Il tema della riunione organizzata da “Libra onlus” era illustrato sul volantino di presentazione dalle tre classiche scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano con cospicue mazzette di denaro appoggiate sugli occhi e infilate nelle orecchie e in bocca.
Una raffigurazione chiara ed evidente di come il potere economico mafioso possa determinare l’atteggiamento di omertà da parte di imprese, istituzioni e cittadini. Assenti i consilieri regionali Marco Carra (Pd) e Silvana Carcano (M5S) il moderatore Luigi Caracciolo, docente di storia delle organizzazioni criminali di Mantova, ha distribuito i tempi di intervento tra il senatore M5S Luigi Gaetti, che è vicepresidente della commissione antimafia ed Enrico Bini, già presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia ed attuale sindaco di Castelnuovo Monti. A rappresentare il Comune di Sabbioneta il sindaco Aldo Vincenzi. Presente per il collegio geometri di Mantova Stefano Andreoli, mentre la prefettura di Mantova era rappresentata dal capo di Gabinetto Giorgio Spezzaferri, il quale ha spiegato che per affrontare l’illegalità è necessario che le persone cerchino prima di tutto il rispetto delle leggi nei propri comportamenti.
Al che è intervenuto dal pubblico l’ex capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Viadana Paolo Zanazzi chiedendo se la Prefettura dava sempre il meglio di sé nel cercare di arginare il fenomeno mafioso. “Costantemente noi lavoriamo per questo attraverso un impegno che ogni giorno cresce sempre di più” ha risposto Spezzaferri. Zanazzi ha anche ricordato la questione del famoso questionario sulla percezione mafiosa che l’allora amministrazione comunale di Viadana non avrebbe mai distribuito alle famiglie. Sulla questione del patrimonio mafioso, Gaetti ha sottolineato che il 90 per cento delle migliaia di aziende confiscate andava verso il fallimento, anche perché gravato da pesanti mutui con richiesta di rientro immediato da parte delle banche al subentro di gestione, facendo il nome di Matteo Messina Denaro, la cui catena di supermercati sta andando verso la chiusura.
Il sindaco di Castelnuovo Enrico Bini ha citato due filtri attraverso cui poter controllare il flusso mafioso, ossia i notai e le Camere di Commercio, ricordando quanto sia importante – mossa da lui attuata – respingere le offerte all’estremo ribasso da parte di aziende del sud a danno di imprese locali oneste. Bini poi ha citato il caso Brescello dove il sindaco Goffrini avrebbe difeso il diritto all’amicizia col boss Grande Aracri, i cui beni sono stati sequestrati dalla Direzione antimafia in una recente e clamorosa operazione. Enrico Bini ha invitato tutti alla manifestazione che si terrà lunedì sempre a Brescello per chiedere le dimissioni del sindaco della località reggiana, che sorge di fronte a Viadana sull’altra sponda del Po.
Rosario Pisani
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