Turbante come simbolo
di rispetto: Sikh in festa
a Casalmaggiore
Nella foto, alcuni momenti della Festa del Turbante
CASALMAGGIORE – Consapevolezza e rispetto: questi i vocaboli più ricorrenti nei discorsi delle autorità presenti alla Festa del Turbante inaugurata domenica intorno alle ore 12 al parco Bodana Bastoni di Casalmaggiore. Consapevolezza delle proprie tradizioni, del proprio credo religioso. Rispetto per la cultura e la religione altrui. Su queste fondamenta la comunità Sikh, radunatasi nel capoluogo casalasco per un evento di portata europea, ha instaurato il dialogo con la nazione ospitante, un’Italia rappresentata da maggiorini che – chi interessato chi solo incuriosito – si sono affacciati al Bodana Bastoni scoprendo colori, suoni e sapori di un popolo di immigrati sempre più presente nel comprensorio. Un popolo vicino alle rivendicazioni italiane: basti pensare alle oltre ottomila firme già raccolte per la liberazione dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, questione ricordata anche dal sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni che ha presenziato al taglio del nastro insieme ad Avtar Rana Singh, vice sindaco di Orbassano e gran cerimoniere oltreché tra i principali fautori della Festa del Turbante in salsa casalese. Con loro, altri due primi cittadini: Alessandro Gozzi di Martignana di Po, comune che ha ospitato l’ultima sfilata Sikh in territorio casalasco, e Marco Vezzoni di Rivarolo del Re. Da entrambi, un ringraziamento alla comunità indiana a cui si è accodato il presidente del comitato maggiorino della Croce Rossa Italiana Rino Berardi, che ha ricevuto un assegno di mille euro raccolti e donati dagli stessi referenti Sikh della Festa del Turbante.
Le oltre 1500 persone che nel primo pomeriggio di domenica si sono ritrovate al Bodana Bastoni, con ordine pubblico garantito dalla presenza congiunta di comandanti e uomini di Carabinieri, Polizia Stradale e Polizia locale di Casalmaggiore, hanno pregato a lungo di fronte al libro sacro, tutti col turbante che, come ribadito da Avtar Rana Singh nel discorso ufficiale, “non dev’essere tolto in pubblico perché tratto distintivo del sikhismo”. Di cinque metri di lunghezza e uno di larghezza, il drappo di stoffa che i Sikh indossano quotidianamente rappresenta un indumento sacro: per questo nelle parole di Avtar Rana Singh sono molti i riferimenti al rispetto di una tradizione che in alcuni paesi viene ideologicamente calpestata. “Il turbante simboleggia la connessione con Dio”: ecco perché viene festeggiato anche qui, a Casalmaggiore, con una manifestazione ripresa dalle telecamere di Sikh Channel e diffusa in tutta Europa. Svariate le provenienze degli indiani che hanno raggiunto il raduno: tra questi anche un padre di famiglia che ha preso un aereo da Cagliari domenica mattina e ne prenderà uno in serata per tornare in Sardegna e non perdere il proprio lavoro di bergamino.
Simone Arrighi
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