Cronaca

Viadana, maxirissa
a “Le Ombre”: padre e
figlio ai domiciliari

Nella foto l’ingresso della discoteca dove è avvenuto l’episodio

VIADANA – Rissa, resistenza con violenza a pubblico ufficiale e lesioni personali: sono questi i capi d’accusa a carico di Davide Gaspari, 37 anni, e di Nicola Gaspari, 18 anni, padre e figlio, entrambi residenti a Viadana (il primo pluripregiudicato, il secondo con precedenti di polizia). Nella notte tra sabato e domenica, durante una serata di divertimento presso la nota discoteca viadanese “Le Ombre” in via Pangona, si è reso infatti necessario, poco dopo le 2.30, l’intervento dell’aliquota radiomobile dei carabinieri di Viadana, che hanno arrestato i due Gaspari, denunciando in stato di libertà anche due minorenni, E. G. e A. G., entrambi di 16 anni di origini calabresi, così come i due arrestati.

Tutto è iniziato all’interno del locale, quando per futili motivi i tre ragazzi più giovani hanno aggredito un altro avventore della discoteca, sempre di giovane età, e per questo sono stati allontanati, come sempre capita in questi casi, dai “buttafuori” della discoteca addetti alla sicurezza, i quali hanno anche contattato gli uomini dell’Arma. Mentre i militari stavano procedendo all’identificazione dei tre aggressori, è sopraggiunto anche Davide Gaspari, che, assieme al figlio e ai due minorenni, ha iniziato a inveire contro i “buttafuori”, arrivando anche da aggredirli con calci e pugni.

Una furia che ha quasi sorpreso anche i carabinieri, dando origine a una rissa di grandi dimensioni, che ha portato al ferimento anche degli stessi uomini dell’Arma intervenuti sul posto. Da qui la necessità del trasferimento all’ospedale Oglio Po di Vicomoscano da parti di molti dei coinvolti, per curare le lesioni riportate, e l’arresto, più la denuncia dei due minorenni, per rissa, resistenza con violenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Dopo le formalità di rito, i due Gaspari sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza per direttissima, già disposta dall’Autorità Giudiziaria di Mantova.

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