Un casalese testimone
della tragedia dei
Tornado ad Ascoli
ASCOLI PICENO/CASALMAGGIORE – La tragedia dei due Tornado, partiti dalla base di Ghedi e schiantatisi nei cieli di Ascoli Piceno per un incidente costato la vita a quattro militari dell’aeronautica italiana (Alessandro Dotto, Mariangela Valentini, Piero Paolo Franzese e Giuseppe Palminteri) lo scorso 19 agosto, ha avuto come testimone anche un casalese.
Un testimone non oculare (per i motivi che vedremo) ma acustico, per così dire, comunque vicinissimo al luogo della tragedia, avvenuta nella zona collinare poco fuori Ascoli. Si tratta di Alfonso Ventura, ex carabiniere e ora insegnante di karate per la società Bushido di Casalmaggiore. Ventura si trovava ad Ascoli in quei giorni successivi a Ferragosto, per un breve periodo di riposo: tutte le estate, infatti, torna nelle Marche, regione della quale è originario e dove vivono alcuni dei suoi parenti più stretti.
“Ricordo bene quel pomeriggio, ricordo che erano all’incirca le 16” racconta Alfonso, che vive nel quartiere-frazione di Monticelli “e mi trovava in un ambulatorio medico per una piccola medicazione ad una ferita che mi ero procurato. Ricordo di avere sentito uno dei Tornado (due, secondo le fonti ufficiali, quelli che si sono poi scontrati, ndr) con il suo rombo mentre volava sopra la nostra testa. Molti dicono che volava a bassa quota: io però so che ogni anno ne passano da quella zona e sono sempre abbastanza bassi e molto rumorosi, dunque non mi sono stupito”.
Alfonso non fa caso alla scena, salvo essere richiamato alla tragica realtà poco dopo. “Si è sentito uno schianto tremendo, un boato assordante, sembrava fosse il terremoto. Per questo, con altri pazienti dell’ambulatorio, siamo usciti in strada e abbiamo visto che altra gente aveva fatto lo stesso. Io personalmente ho davvero temuto che si trattasse di un sisma, non nuovo in quelle zone. Dal passaggio del Tornado allo schianto sono passati 2-3 minuti circa”.
Il Tornado, anzi i Tornado, stando alle fonti ufficiali, si sarebbe schiantati all’incirca a 30 km dalla cittadina di Ascoli: considerata la velocità alla quale viaggiano il “crono” è abbastanza attendibile. “In realtà, quando dalla strada iniziavano ad arrivare i primi curiosi che tornavano indietro dopo avere osservato il cielo, ci è stato spiegato che si era alzato un incendio in collina. E’ bastato percorrere tre km di strada in auto per iniziare a intravedere qualcosa e in particolare colonne di fuoco e fumo altissime e spaventose” spiega Ventura “. Anche perché in linea d’aria la distanza era molto minore”. Va detto che il boato è stato sentito anche a San Benedetto del Tronto, a una trentina di km da Ascoli, dunque la testimonianza di Ventura non deve sorprendere troppo.
“Solo alla sera abbiamo saputo cosa era successo, dai telegiornali, come tutti” spiega Ventura “. Abbiamo pensato a un incendio, ma comunque si era capito che si trattava di qualcosa di anomalo. Un incendio non provoca esplosioni di quel tipo e infatti poche ore dopo siamo venuti a conoscenza della tragica verità”.
Giovanni Gardani
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