Cronaca

Slow Town e commercianti
chiedono un centro
tutto a 30 all’ora

Nella foto, l’ingresso della zona30 di Casalmaggiore

CASALMAGGIORE – “Il Centro Storico di Casalmaggiore lentamente ed inesorabilmente si sta degradando e desertificando commercialmente, perdendo per sempre le sue Botteghe di prossimità. Occorre un intervento immediato di rigenerazione con le Zone30, l’Arredo Urbano e la Sicurezza stradale per far ritornare le Persone e le Famiglie a passeggiare e a fare shopping nelle Piazze e nelle vie del Centro”. Inizia così il documento redatto dai promotori della Slow Town sperimentata in via Baldesio ed i commercianti del centro cittadino in vista dell’incontro di martedì 26, alle ore 21, presso il giardino di Patrizio Sartori in via Vaghi a Casalmaggiore. “Stop a nuovi Centri Commerciali e Supermercati”: scrivono a chiare lettere i sostenitori della zona30 e i commercianti casalaschi, attesi da un incontro che ha come finalità “capire come il progetto Slow Town possa essere, nel più breve tempo possibile, trasferito su tutte le vie del centro a partire dalle due Piazze Garibaldi e Turati e nelle vie limitrofe ognuna con le sue specificità ed esigenze”.

“Dopo l’evento del 31 maggio e 1 giugno in Via Baldesio – prosegue il documento – molti commercianti si sono dichiarati favorevoli all’iniziativa ed in diverse Botteghe è iniziata la raccolta firme per rendere la sperimentazione definitiva. Il favore di molti commercianti è sicuramente dovuto al fatto che la sperimentazione ha dimostrato che si può migliorare e di molto la qualità dell’ambiente urbano senza chiudere l’accesso alle auto, ma semplicemente utilizzando delle tecniche di moderazione della velocità che permettono a pedoni e ciclisti di muoversi in totale sicurezza ed in questo modo favorendo di nuovo il popolamento delle strade che ora è pressoché deserto. Il Centro Storico di Casalmaggiore infatti, purtroppo,  lentamente ed inesorabilmente si sta degradando e desertificando commercialmente, perdendo per sempre le sue Botteghe di prossimità. Occorre quindi un intervento immediato di Rigenerazione con le Zone30, l’Arredo Urbano e la Sicurezza stradale per far ritornare le Persone e le Famiglie a passeggiare e a fare shopping nelle Piazze e nelle vie del Centro”.

“Con questo incontro – specifica la nota – si vuole anche sollecitare l’Amministrazione Comunale affinchè non chiuda la sperimentazione in Via Baldesio il 31 Agosto come dichiarato sui quotidiani locali nei giorni scorsi. Se la volontà reale è quella di Rigenerare il Centro Storico per una migliore vivibilità e dare nuovo impulso alle attività commerciali presenti non si capisce perché si interrompa la sperimentazione facendo perdere almeno un anno al progetto, che inevitabilmente sarebbe poi trasferito sulle restanti zone con notevole ritardo. Purtroppo la maggior parte dei commercianti casalaschi non hanno tutti questi anni a disposizione e lo dimostra il continuo stillicidio di notizie di chiusure e passaggi di mano di attività che nella migliore delle ipotesi decidono di trasferirsi in zone periferiche o in locali molto più piccoli per ridurre le spese. Sappiamo infatti che i Residenti di Via Baldesio si sono offerti di apportare a proprie spese quelle necessarie modifiche che renderebbero l’attuale sistemazione sostenibile fino al progetto definitivo (come ad esempio la sostituzione delle piante con specie arboree che permettano una maggiore visibilità) che non potrà essere realizzato prima della prossima primavera, visto anche che in questi mesi non si è dato alcun incarico ad un tecnico preparato in materia di zone 30. Sperimentazione che  ad oggi non è costata un euro al Comune e che rappresenta, visti i tagli che hanno subito gli Enti Locali dal Governo nazionale, un buon esempio di collaborazione tra pubblico e privato.  Vogliamo anche capire, come categoria, che intenzioni ha l’amministrazione su nuovo insediamenti commerciali al di fuori del centro storico, visto che Slow Town prevede fra l’altro lo STOP a nuovi Centri Commerciali e Supermercati di cui ormai la strada asolana è piena, ritenendo questi insediamenti la causa principale, con la crisi economica, della desertificazione e degrado della Città”.

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