Cronaca

I detriti del Po:
un pericolo per
il ponte casalese

Nella foto, i detriti legnosi contro i piloni del ponte sul Po di Casalmaggiore

CASALMAGGIORE – Il problema è annoso e la soluzione implica iniziativa, soldi e responsabilità. Ad ogni rigonfiamento del Po, la corrente porta con sé detriti di ogni genere, che quando trovano un ostacolo si fermano, si accumulano e creano cataste. Se l’ostacolo è artificiale, nel caso specifico i piloni di un ponte di vitale importanza per la viabilità come quello stradale di Casalmaggiore, l’accumulo diventa pericolo. Soprattutto se si tratta di legname, che con l’abbassamento del livello del fiume, si deposita e si asciuga sino a diventare secco e facilmente infiammabile: la stagione estiva, in questo caso, aumenta il rischio. “Basterebbe un mozzicone di sigaretta gettato dal finestrino di un mezzo in transito sul ponte per provocare danni”: spiega l’uomo del Po, il casalese Graziano Lanzetti. “Vero che la struttura è di cemento, ma una forte sollecitazione termica dovuta ad un incendio creerebbe rischi enormi – prosegue Lanzetti -. Non solo, il distaccamento del materiale legnoso dai piloni del ponte può creare vere e proprie isole galleggianti che, come successo a Cremona anni fa, possono urtare strutture come zattere o attracchi causando danni ingenti alle strutture oltreché rappresentare un pericolo per i natanti”.

La soluzione? “Rimuovere gli agglomerati, con draghe e apposite benne. Ad oggi è l’unica possibilità che ci rimane. Bisognerebbe coinvolgere imprese locali che si occupano di ricavare sabbia dal fiume, ad esempio. Perché l’intervento costa”. Qui sta l’inghippo: chi paga? “Difficile stabilirlo. L’Anas è proprietario del ponte. La Provincia ha competenza sulla strada, l’Aipo sul fiume. Poi ci sono gli enti locali, i più interessati dalle conseguenze di eventuali danni ma con risorse sempre più scarse”. Alla vigilia di Ferragosto, l’unica certezza, è che nessuno si è ancora mosso per risolvere il problema.

Simone Arrighi

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