San Rocco, magazzino
Aipo e Torrione:
un progetto per tre
Nella foto, San Rocco con il Torrione alle spalle
CASALMAGGIORE – C’è ancora speranza a Casalmaggiore per salvare dalla decadenza il Torrione estense-gonzaghesco e la chiesetta di San Rocco, monumenti che il tempo ha reso storici e la mancata manutenzione per carenza di fondi ha reso inagibili. Un progetto, forse l’ultimo, dopo anni di tentativi vani, potrebbe essere elaborato per il recupero di entrambe le strutture. Una prospettiva su cui sta ragionando l’amministrazione comunale e che rinverdisce un’idea presentata dieci anni fa da tre giovani architetti neo-laureati tra i quali spiccava il nome del casalese Andrea Marchini. Ma non è tutto: “E’ necessario ripensare alla zona intesa come comparto – spiega il sindaco Filippo Bongiovanni -, quindi mettendo insieme un progetto di recupero della chiesa di San Rocco, affacciata sull’argine, del magazzino Aipo che sorge immediatamente dietro all’edificio religioso e delle ex carceri murarie distanti solo pochi metri e per le quali bisogna rivedere il piano di recupero esistente dal 2007″. Tre le proprietà da mettere insieme: il comune per il Torrione, la Diocesi di Cremona per San Rocco, l’Aipo per la terza struttura coinvolta nel restauro. Unendo le tre opere si darebbe maggior peso ad un progetto onnicomprensivo che avrebbe più chance d’intercettare i fondi messi a disposizione da un bando specifico di prossima uscita su cui, per ora, anche il sindaco Bongiovanni si mantiene cauto: “Si tratta di un bando regionale che metterà a disposizione somme importanti” anticipa il primo cittadino.
Un bando in uscita nel 2015, per il quale si dovrà correre: “A inizio settembre incontrerò il presidente del comitato gli Angeli di San Rocco, don Alberto Franzini. A fine settembre siederò allo stesso tavolo col parroco e con i referenti di Aipo”. Marco Orlandi del comitato a salvaguardia della chiesetta, è già stato ricevuto dal sindaco. Dopo la delusione per lo scarso interesse riscontrato in occasione della raccolta firme per i Luoghi del Cuore Fai (meno di un migliaio di adesioni), e dopo il primo intervento di messa in sicurezza ora si appella ad una nuova speranza: la speranza di recuperare non solo uno, bensì tre pezzi di storia maggiorina.
Simone Arrighi
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