Cronaca

La stazione si svuota:
ecco il trasloco
dell’ufficio merci

Nella foto, il trasloco degli arredi della stazione di Casalmaggiore

CASALMAGGIORE – “E’ l’Italia che se ne va…” commentava qualcuno assistendo al trasloco degli arredi e mobili della stazione ferroviaria di Casalmaggiore. In effetti tra le suppellettili caricate dai dipendenti venerdì mattina su un furgone bianco di Trenitalia c’era anche un grande quadro raffigurante la sagoma dell’Italia. Siccome molti di quei materiali andavano in discarica ecco spontaneo il riferimento, poco lusinghiero in realtà, del nostro Paese che finisce al macero. Il trasferimento degli arredi significa in pratica lo smantellamento dell’ufficio merci che, se collegato all’assenza pluridecennale del personale addetto al traffico passeggeri sta a significare la morte cerebrale di quella che una volta era la grande stazione di Casalmaggiore. Così dopo la chiusura della biglietteria, quella del bar e dei servizi igienici e l’assenza di qualsiasi informazione relativa al transito dei treni (un altoparlante annuncia spesso l’arrivo alla stazione di Casalmaggiore a binari deserti) adesso si può davvero  recitare il “de profundis” a causa dello smantellamento dell’Ufficio traffico merci.

Rimane la sala d’aspetto, anche se in pessime condizioni e vi è la paura che un giorno possa chiudere anche quella a causa dei vandalismi perpetrati. Venerdì mattina l’ultimo treno utile è stato quello delle 9,15 per Parma. Dopodiché, ha avvertito uno degli operai addetti al trasloco, non ci sarebbero stati più convogli sino alle 17 pomeridiane, mettendo in difficoltà alcuni passeggeri tra cui una signora che doveva ritornare a San Giovanni in Croce perchè cinque minuti prima il treno su cui era a brodo, partito da Piadena, non aveva effettuato la fermata nella stazione che precede quella di Casalmaggiore. Senza ricevere alcuna informazione al riguardo. E’ un’Italia che va, ad alta velocità, secondo i fautori delle Frecce Rosse e Argento, lasciando però a piedi i poveri pendolari delle linee locali.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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