Bozzolo, Torchio cerca
il recupero del palazzo
di via Arini: “Tempo stringe”
Nella foto Torchio e l’immobile di via Arini (Google Maps)
BOZZOLO – La questione è sempre quella, da ormai sei anni: cosa fare dell’immobile di via Arini 2, ex sede del distaccamento bozzolese dell’Agenzia delle Entrate? Il palazzo gonzaghesco, che non ha un grande valore artistico ma non può essere tenuto nelle condizioni di degrado in cui versa, inizialmente sembrava essere destinato ad ospitare alcune significative funzioni istituzionali, quali la biblioteca, l’archivio storico ed eventualmente un museo cittadino: un’idea proposta dalla ex giunta Mussini, che però dopo l’incontro a Milano, tenutosi il 19 settembre 2008, a fronte di una buona disponibilità iniziale, non ottenne più risposte significative. All’epoca il direttore dell’Agenzia del Demanio precisò anche che la concessione dell’immobile poteva essere rilasciata con un canone molto vantaggioso per il comune con uno sconto contenuto in una fascia compresa tra il 50 e il 90% del canone di locazione commerciale. Ma, alla fine, non se ne fece nulla.
Dall’immobile si occupò anche l’amministrazione Compagnoni, nel novembre 2013, a margine del provvedimento del cosiddetto “federalismo”: l’unica soluzione, però, per ora, da parte della Direzione regionale del Demanio di Milano, è stato il rinnovo del contratto d’affitto, per dieci anni, al bar Medau, che si trova nell’immobile (e ne occupa solo una parte) sul versante di piazza Europa. Di fatto, ancora buona volontà ma poche risposte, soprattutto dal Demanio, che essendo proprietario dell’immobile, naturalmente decide.
Adesso, per la terza volta (anzi, per la terza amministrazione) tocca a Giuseppe Torchio, neo sindaco, farsi carico della questione. “L’immobile cade a pezzi e si trova vicino a un plesso scolastico: per questo crediamo” spiega il sindaco “che quel palazzo vada salvato e utilizzato per funzioni culturali, anche per la sua vicinanza alla scuola. L’ipotesi prospettava dalla giunta Mussini nel 2008, ci sembra buona e cercheremo di riprenderla in mano”.
Già, ma la palla è sempre in mano al Demanio. Saranno finalmente evidenti i progressi? “Quel che posso dire” spiega Torchio “è che la pratica si sarebbe dovuta concretizzare lo scorso giugno. Non è stato così ma se non altro i funzionari preposti a Milano hanno affermato che, trattandosi di una pratica di una certa entità, è stata trasferita per competenza alla Direzione Centrale del Demanio di Roma. In tal senso, nei prossimi giorni sarò nella Capitale per discutere della questione: non c’è tempo da perdere, anche perché il palazzo cade letteralmente a pezzi e sarebbe un delitto non salvarlo, non tanto per il suo valore artistico ma per la sua funzione sociale e culturale in prospettiva”.
Giovanni Gardani
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