Guastalla, serata
antimafia: e anche
l’Oglio Po ascolta

Nella foto il tavolo dei relatori
GUASTALLA – “Mafie all’ombra del Torrazzo” e “‘Ndrangheta all’assalto delle Terre dei Gonzaga”. Due libri scritti rispettivamente da Stefano Prandini e Claudio Meneghetti: se n’è parlato appena al di la del Po, a Guastalla in terra reggiana, trattando però un argomento che, osservando anche la provenienza degli ospiti, coinvolgeva ampiamente il nostro territorio.
Di Viadana e del casalasco si è parlato infatti ampiamente per tutta la serata anche se solo la Provincia di Reggio Emilia effettivamente si è distinta sinora per avere preso di petto la questione non nascondendosi dietro un dito. Probabilmente anche perché in quel territorio il fenomeno mafioso si è sviluppato maggiormente inserendosi subdolamente negli appalti più importanti come quelli dell’alta velocità e delle escavazioni di sabbia e ghiaia.
“La mafia usa i trasporti anche per nascondere in cabina la cocaina e parla col linguaggio degli incendi” si è sentito dire durante la serata organizzata lunedì dentro lo Chalet al Lido, metà sala conferenze metà trattoria, nel quale il vociare dei commensali si sovrapponeva un po’ troppo spesso all’esposizione dei vari relatori. Il riferimento era rivolto tra l’altro ai camion incendiati a Viadana, estendendo il discorso pure all’omicidio Tipaldi avvenuto al sud senza specificare però quali connessioni avrebbe potuto avere con Carmine Tipaldi, l’assessore di Viadana messo sulla graticola per presunte collusioni.
Prima di Meneghetti e Prandini, che hanno creato i loro libri attraverso una specie di collage ottenuto ritagliando gli articoli di giornale evocanti gli episodi criminosi degli ultimi vent’anni, ha parlato don Emanuele Benatti. Ispirandosi al recente anatema di Papa Francesco: “Mafiosi, io vi scomunico” il sacerdote ha ricordato anche lo sconcertante episodio della processione con inchino davanti alla casa di un famoso boss mafioso accaduto pochi giorni fa in Calabria. A fare nomi e a citare episodi preoccupanti ha pensato Enrico Bini, ex presidente della Camera di Commercio reggiana, che ha spronato tutti a maggiori controlli invitando la gente a boicottare quei locali i cui gestori erano chiaramente collusi con la mafia.
In prima fila tra il pubblico anche i due ex consiglieri comunali viadanesi Paolo Zanazzi e Daniele Mozzi. “Occorre fare terra bruciata attorno a questi personaggi senza timore né omertà” è stato in sintesi l’invito dei relatori, che hanno sollecitato i sindaci presenti a fare rete collaborando tra loro e le forze dell’ordine, controllando appalti e commesse senza permettere che persone già coinvolte in azioni malavitose si possano presentare ancora nei cantieri come se niente fosse. Un appello che gli amministratori, almeno quelli presenti, hanno sottoscritto.
Rosario Pisani
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