La stazione casalese
rischia di perdere
anche lo scalo merci
Nella foto, la stazione di Casalmaggiore
CASALMAGGIORE/PIADENA – Sempre più isolata. Sembra essere questo il destino della stazione ferroviaria di Casalmaggiore, che dopo avere perso pezzi in continuazione negli ultimi dieci anni – prima la biglietteria, poi il bar che costituiva anche un presidio di sicurezza – rischia ora seriamente di dire addio allo scalo merci. La chiusura è praticamente certa, anche se per il momento non giungono conferme ufficiali (ma nemmeno smentite); i dubbi caso mai sono sui tempi. Qualche gola profonda garantisce che entro la fine del mese di giugno il reparto merci a Casalmaggiore sarà soltanto un ricordo: in tal senso, la supposizione prende corpo ragionando sul fatto che il personale solitamente impegnato presso la stazione casalese è già stato trasferito a Piadena. Non solo perché nel comune casalasco a 15 km da Casalmaggiore si trova un importante scalo, ma anche perché proprio a Piadena ha da poco investito la ditta Storti Trasporti, creando una zona per lo scarico merci davvero all’avanguardia. In sostanza, si tratterebbe di una sostituzione in piena regola con il traffico merci che sarebbe dunque interamente smistato su Piadena, lasciando Casalmaggiore a bocca asciutta. La stessa ditta Storti sostiene di non avere ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da Rete Ferroviaria Italiana, anche se non nega che il destino della stazione casalese, nel settore merci, sembra davvero sinistro, specie tenendo conto del fatto che soltanto Marcegaglia, ultimamente, sfrutta viale Mazzini per trasportare la materia prima.
Per ora negata, quanto meno, anche se si tratta di una magra consolazione, l’ipotesi che la stazione di viale Mazzini possa addirittura essere sigillata nei suoi immobili: un’opzione, come detto smentita, che avrebbe costretto anche i passeggeri ad attendere il treno direttamente in zona binari, senza la possibilità di sostare in sala d’aspetto. Tornando al trasporto merci, il problema diventa grave se si considera che buona parte di questo settore passerà da rotaia a trasporto su gomma: ecco perché il rischio concreto è che i camion lungo l’Asolana, in particolare da Piadena in direzione Casalmaggiore, possano aumentare, andando ad appesantire il traffico su una delle arterie più criticate e da sempre fonte di inquinamento. Insomma le polemiche sembrano dietro l’angolo, anche perché, dato che all’orizzonte ancora non si vedono novità sulla promessa bretellina che avrebbe dovuto portare un binario dedicato direttamente alla ditta Marcegaglia (delle aziende casalesi, quella che maggiormente sfrutterà il trasporto su gomma), è praticamente certo che il ferro in arrivo passerà esclusivamente dai camion, non certo dalle rotaie e dai treni merci, destinati a non “frequentare” più la stazione di Casalmaggiore.
Giovanni Gardani
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