L’elezione dei record:
quante prime volte per
Bongiovanni sindaco
Nella foto Filippo Bongiovanni durante la visita improvvisata di Gianni Fava
CASALMAGGIORE – Ha ricevuto anche la visita dell’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, inattesa ma piacevole, Filippo Bongiovanni, neo sindaco di Casalmaggiore. Il giorno dopo consente di analizzare il voto a mente fredda e di scoprire che, dietro l’incredibile rush finale (breve ma intenso) di domenica notte, si nasconde una serie di record importanti.
Un déjà vu, per cominciare, ricorda la battaglia tra Luciano Toscani e Massimo Araldi, che premiò il primo nel 2004: ovviamente completamente diverso il dato politico, ma domenica come dieci anni fa, a vincere è stato il sindaco che ha preso più voti nelle frazioni, che si sono rivelate, al di là del peso numerico dei votanti, molto più decisive rispetto al centro cittadino. Non solo, domenica come allora, il divario è stato davvero risicato. Ma su questo dato torneremo a breve.
Prima è il caso di rivivere le fasi salienti di un rush finale, nel ballottaggio, che nel giro di un’ora e quaranta minuti circa ha risolto la contesa, come era prevedibile. Velocità dello spoglio da attribuire al fatto che, rispetto al primo turno del 25 maggio, stavolta non era necessario conteggiare le preferenze, o anche il cosiddetto voto disgiunto. Bastava controllare la validità della “croce” sul nome di Bongiovanni o Silla. Quest’ultimo, che pure sembrava favorito dalla scarsa affluenza – meno del 55%, primo record, in questo caso negativo, della storia amministrativa di Casalmaggiore – ha tremato sin dall’inizio: se la prima sezione, la numero 16 ossia quella “volante” dell’ospedale Oglio Po, ha fornito un dato irrisorio (7 voti Bongiovanni, 5 Silla), a metà percorso Bongiovanni era già al 56% pur avendo sfruttato il bonus di Roncadello e Quattrocase, frazioni est tipicamente a favore del centro-destra.
Da lì è partita la rimonta di Silla, che ha rosicchiato voti in città e a Vicobellignano, arrivando poi al 49% alla terzultima sezione e concretizzando il sorpasso, grazie ad uno dei seggi della Media Diotti, per soli 20 voti. Mancava però Vicomoscano, uno dei feudi del centro-destra, e Vicomoscano non ha tradito Bongiovanni: più 71 voti rispetto a Silla e dunque, nel complesso, 51 voti di differenza che hanno creato il solco decisivo, all’ultimo seggio.
L’analisi del voto, pur non essendo empirica, lascia intravedere un’ipotesi di questo tipo: Silla ha guadagnato 200 voti rispetto al primo turno. Tenendo conto che, dopo il traino delle Europee, il sindaco uscente potrebbe avere perso circa 200 voti, i 400 “punti” in più potrebbero essere arrivati in parte dal Listone e in parte dal Movimento 5 Stelle. Bongiovanni, invece, ha guadagnato 1300 voti circa rispetto al primo turno: quasi certamente il candidato del centro-destra è riuscito a portare in massa il suo zoccolo duro elettorale alle urne, ma ai 1800 voti del primo turno, si sono aggiunti un centinaio di voti di Destra Sociale, circa 400-500 voti di Orlando Ferroni (non tutti i 700 hanno votato) e all’incirca 700-800 dal Listone. Bongiovanni peraltro aveva rivelato di avere bisogno di 600 voti in più rispetto a Silla proprio dalla terza forza del primo turno e i fatti gli hanno dunque dato ragione.
Tornando ora alle prime volte e all’elezione da record, vanno annoverati diversi dati: prima volta del ballottaggio, come si sapeva da tempo; record minimo di affluenza (54,88%); divario minimo tra i due sfidanti (51 voti, appunto, e qui torna alla mente il 2004, quando Toscani vinse per 194 voti su Araldi: di fatto un record battuto); prima volta del centro-destra a Casalmaggiore, dopo che il centro-sinistra (o il centro, in periodo di Democrazia Cristiana) era in sella dagli anni ’60; infine, prima volta che un sindaco uscente che si ricandida non vince (Toscani e Araldi erano riusciti nel bis, prima di loro l’elezione avveniva con un sistema diverso). Ultimissimo dettaglio, per un record mancato: Filippo Bongiovanni, che ha 34 anni (compiuti a marzo), non è il sindaco più giovane della storia di Casalmaggiore. Il primato rimane a Carlo Rotelli, che nel 1970 divenne sindaco a 32 anni. Un particolare che però, certamente, non darà fastidio al nuovo primo cittadino casalese.
Giovanni Gardani
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