Dosolo, il sogno
realizzato di otto
figli di Chernobyl
Nella foto gli otto bambini bielorussi con le autorità
DOSOLO – Sono pallidi ma felici gli otto ragazzini provenienti dalla zona di Chernobyl e ospiti per un mese nella zona viadanese grazie alla Cooperativa sociale “ Il Fiore”. Venerdì, dopo una mattinata di lezioni e apprendimento a Pomponesco, verso le 12,30 sono stati accompagnati all’Oratorio di Dosolo, dove la gioia si è manifestata ancora di più davanti al proprio cartone di pizza calda.
A far loro da accompagnatori Giovanni Breviglieri (ovvero il giudice di Pace di Viadana) e la presidente della Cooperativa Linda Buzzi, che li hanno trasportati con le proprie automobili da una tappa all’altra del programma giornaliero. I ragazzi, pur non parlando italiano, hanno saputo adattarsi benissimo all’interno delle famiglie dove sono ospitati. In questa specifica funzione molto importante si sta rivelando il ruolo di Marina, una ragazza bionda semplice e sensibile che parla molto bene l’Italiano, la loro accompagnatrice. “Adoro l’Italia per la sua storia antica, per la gente che sorride sempre e per questo ho voluto imparare la vostra lingua all’Università di Minsk dove abito” ha spiegato la ragazza.
La piccola comitiva è stata accolta nella mattinata di venerdì a Dosolo dal sindaco Vincenzo Madeo e dal vicesindaco Uber Pasquali oltre che dall’assessore Pietro Bortolotti. Incredibili i parametri che giustificano più di ogni altra ragione l’importanza di questi viaggi in Italia per i ragazzi bielorussi. “Pensi che con un mese di vacanza qui da noi riescono a disperdere quasi il 50 per cento di cesio annidato nel loro organismo in seguito alle note radiazioni di Chernobyl. Non solo, ma attraverso le visite mediche all’Ospedale di Suzzara e presso i dentisti del territorio, riusciamo anche a fissare il calcio sui loro denti distrutti a causa degli effetti del disastro nucleare ancora attivi nonostante siano passati quasi trent’anni” ha specificato Breviglieri assieme a Madeo che oltre ad essere sindaco esercita anche la professione di medico.
Rosario Pisani
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