DondolandoArte,
al via la seconda
fase delle mostre
Nella foto una delle opere di Corti in esposizione
MARTIGNANA DI PO – Parte alle ore 18.30 di sabato il secondo ciclo di mostre fotografiche ospitato nella cornice dell’atelier DondolandoArte di Martignana di Po, gestito da Barbara Sereni e Antonella Pizzamiglio. Visitabili fino al 29 giugno dal giovedì alla domenica, sempre dalle 17 alle 21, le mostre del secondo ciclo “200 Asa” ospitano “Multiform” di Giulia Marchi, “Biblical Myths and epic heroes” di Davide Conti, “19mq d’inferno” di Antonio Manta e “An Autopsy”, collettiva omaggio ai grandi fotografi che hanno reso celebre la rivista Newsweek”.
Citando direttamente il giudizio dei critici che hanno presentato le quattro mostre, ecco un sunto di ciascuna delle quattro esposizioni.
19MQ D’INFERNO – Reportage di Antonio Manta
Antonio Manta passa dal ritratto classico, al reportage, a sperimentazioni personali con grande disinvoltura. In quest lavoro si racchiudono molte sue doti, l’originalità nel trattare certi temi, la sensibilità, la maestria tecnica, sia in fase di ripresa che in postproduzione. Il titolo ,come tiene a sottolineare Antonio, è già un’anticipazione significativa, 19 m2 d’inferno, e non fa pensare a nulla di buono.
Si rinchiude dentro un bar nello Zambia per raccontare l’umanità che ci ruota intorno nell’arco di 24 ore. Qui si consumano, ogni notte, fiumi di alcool, un’abitudine tanto drammatica quanto diffusa in molti paesi africani. 19 metri quadrati sono le misure di questo luogo, dove si alternano varie figure, la maggior parte uomini ma anche qualche donna. Antonio entra in quel micromondo con qualche comprensibile tensione iniziale che viene presto superata perché lui in quelle situazioni ci sa fare, e registra quello che succede.
Per prima cosa l’autore si chiede che senso abbiano gli aiuti portati dalle Ong e gli sforzi di alcune persone che hanno lasciato il proprio paese e vivono in quel posto nel tentativo di migliorare la situazione. Questo lavoro apre un dibattito attualissimo e importante. Questo progetto fotografico è importante perché offre un punto di vista nuovo e originale su un paese che è sempre sotto i riflettori ed è diventato un bene di consumo culturale. Un’analisi precisa di come gli aiuti creino una dipendenza molto dannosa, innescando un circolo vizioso di corruzione, malattie e povertà.
GIULIA MARCHI
La sua innata passione per le arti figurative, ed in particolare per l?arte contemporanea, la accompagna in una sorta di percorso di crescita culturale parallelo che la dirige con fermezza al mondo della fotografia.
Nel 2006 si avvicina all?utilizzo del foro stenopeico ritrovando pienamente se stessa nelle prerogative che caratterizzano questo semplice artificio, accumunandolo a qualcosa di magico. Costruisce da sola le proprie macchine fotografiche rubando l?anima a scatole di carta o a piccole cassettine in legno. Per i suoi scatti utilizza materiali analogici in bianco e nero e pellicole polaroid. L?imprevedibilità del risultato, la purezza dell?imprecisione, lo sguardo nudo e diretto, appartenenti a questa fotografia le restituiscono una visione della realtà intima ed irreale.
NEWSWEEK
«Questa mostra è una lettera d’amore scritta col bisturi. Una lettera d’amore dedicata alla carta stampata, ai fotografi e a una rivista. Per decenni Newsweek è stato un palcoscenico importante e spesso fondamentale per la cronaca del mondo raccontata attraverso le immagini. La rivista ha dato spazio a molti fra i più impegnati e talentuosi fotografi del mondo; ha creduto in loro e li ha sostenuti nel documentare la storia dei nostri giorni».
Newsweek: an Autopsy (Newsweek: un’Autopsia) è il tentativo dei curatori James Wellford e Marion Durand di far risorgere il passato stampato della rivista e di rendere omaggio ai grandi fotografi che la hanno resa celebre in tutto il mondo. Stampe di Antonio Manta su carta Canson Infinity e tecnologia Epson Digigraphie.
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