Cronaca

Chiese e sisma,
due anni dopo: chi si
muove e chi aspetta

Nella foto i lavori alla struttura interna del Duomo

I fondi promessi non sono mai arrivati. Neppure per i progetti. A due anni dal sisma del 2012 è qui che siamo rimasti. A dirlo, a ricordarlo, è monsignor Achille Bonazzi, originario di San Giovanni in Croce ma soprattutto delegato vescovile per i beni culturali ecclesiastici. Delle 24 chiese della Diocesi di Cremona danneggiate dal terremoto, la maggior parte si trova ancora nelle stesse condizioni di prima. I soli interventi che sono stati fatti sono quelli finanziati dalla Diocesi con l’8 per mille della Cei, per un totale di 500mila euro. Di soli 500mila euro sarebbe meglio dire, dal momento che la cifra complessiva stimata per il risanamento e la ristrutturazione degli edifici colpiti è di 20 milioni di euro.

Siamo lontanissimi dunque, nemmeno a metà del percorso. Finora, spiega monsignor Bonazzi, sono incominciati i lavori nella chiesa di Persico Dosimo, quasi finiti i precedenti interventi alla parrocchiale del Bosco ex Parmigiano e, per arrivare al territorio Oglio Po, a Pomponesco, Cogozzo e nella chiesa di Sant’Antonio Abbate di Villa Pasquali, frazione di Sabbioneta.

Conclusi definitivamente anche i restauri della chiesa di Casteldidone, l’unica tra le parrochiali del casalasco ad aver visto iniziati e già portati a termine gli interventi, in questo caso specifico a livello strutturale e parietale, per una cifra iniziate stimata in 400mila euro. La mancanza di fondi comporta che per molti dei beni lesioni non esista ad oggi neppure un progetto: è il caso di Gussola e di Aspice, frazione di Corte dè Frati. La chiesa della Trinità di Castelleone invece un progetto ce l’ha, ma per incominciare la realizzazione si aspettano risorse. Si torna sempre al problema.

Monsignor Bonazzi dunque non si lascia sfuggire l’occasione per ribadire il concetto: “Ci muoviamo – ha detto – cercando di tenere desta l’attenzione sul tema. A Cremona però siamo lenti in confronto a realtà più vivaci come quella mantovana”.

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