Ambiente

Un altro Po? Per
ora è ancora presto,
ma nulla è perduto

Nella foto un momento del convegno sulla motonave Stradivari a Boretto

BORETTO (RE) – Idee e buona volontà, anche se per il momento mancano soldi e soprattutto un po’ di concretezza in più. E’ stato un convegno in chiaroscuro, quello che giovedì sera si è tenuto sulla Motonave Stradivari di capitan Landini, ormeggiata al Lido Po di Boretto, per provare ad immaginare “Un altro Po”. Un Po dove il bracconaggio non sia più una piaga, dove il turismo possa essere davvero rilanciato, dove la pesca possa diventare una risorsa più che un business per pescatori di frodo, provenienti in generale dall’Est, dove anche la componente ambientale non faccia soltanto da corollario. Tante tematiche per un unico modus operandi auspicato: unire le forze e gli intenti, cercando anche di legiferare in modo univoco. Anche perché il Po lambisce quattro regioni e ben tredici province, motivo per cui una visione interregionale sarebbe naturale, oltre che auspicabile. Un convegno non troppo partecipato – per capirsi, il pubblico era molto più folto due mesi fa, sempre a Boretto – ma importante per fare il punto della situazione. E lasciarsi con qualche promessa: la prima realizzabile in ordine cronologico è quella di ritrovarsi per un nuovo incontro a tema, a Mantova ai primi di giugno, in una zona che, in particolare nei laghi cittadini, sta patendo non poco la piaga del bracconaggio e soprattutto delle reti per la pesca di frodo.

Un convegno dove importante è stata anche la componente Casalasca: dal moderatore, nonché esponente delle Canottieri (e presidente degli Amici del Po) Paolo Antonini, al presidente dell’Eridanea Marzio Azzoni, all’ambientalista Damiano Chiarini che, percorrendo il solco tracciato dal padre Umberto, ha concretizzato, pochi mesi fa, un gesto utile chiedendo ai sindaci del territorio di firmare l’impegno ambientale con la Carta del Po. “E’ andata bene?” chiediamo a Vitaliano Daolio, gestore dell’Acquario del Po di Motta Baluffi e dunque tra i protagonisti della serata. “La risposta è sì e no” ammette Daolio “perché c’è tanto ancora da costruire ed è stato un po’ demoralizzante sentire gli enti preposti, le Regioni in primis, che in poche parole hanno detto che al momento ci sono pochi mezzi e poche capacità finanziarie per poter realizzare progettazioni importanti sul fiume Po. Il tempo però stringe, l’Expo è dietro l’angolo e l’occasione per un rilancio deve essere colta ora, facendo uno sforzo tutti insieme”.

Proprio l’unità di intenti ha rappresentato, come detto, l’auspicio di tutti i presenti. “La frammentazione regionale e provinciale ha troppo spesso complicato la “gestione” del Po” racconta Daolio “sono trent’anni che si parla di turismo sul fiume, ma l’impressione è che tocchi fare punto e a capo e ricominciare da zero. Questo non sarebbe un problema, a dire il vero: siamo tutti pronti a ricominciare dalla base, ma dobbiamo fare bene e in fretta e soprattutto dobbiamo agire tutti insieme o non andiamo da nessuna parte”.

Da qui l’impegno di ritrovarsi a Mantova, con l’assessorato alla Pesca e alle Attività Faunistiche-Venatorie, per un nuovo convegno nella città virgiliana, dove legalità, bracconaggio e furti hanno avuto l’impatto più devastante. “Spero sia l’occasione per entrare più nel concreto, trasformando in progettazione le molte promesse” insiste Daolio “dato che alla base la buona volontà c’è ed è condivisa, ma in sé non basta. Dobbiamo partire dall’esistente: dalle strutture come gli attracchi che ci sono ma sono fatti male e soprattutto dobbiamo fare in modo che il Po non sia, come dico sempre, un Far West con tanti banditi e pochi sceriffi, peraltro mal coordinati. Ribadisco: da pescatore, non da politico, mi sento un po’ demoralizzato, ma non dobbiamo demordere: Mantova si sta muovendo e sta legiferando nella giusta direzione. Lo fanno perché sono invasi dal bracconaggio e quindi devono muoversi in fretta. Ma noi, che siamo vicini di casa – e il Po in tal senso non ha confini – non possiamo dormire sugli allori”.

Laura Schiff, dirigente delle Attività produttive Commercio e Turismo Emilia Romagna, ha spiegato che “tramite questi convegni e una forte progettazione, il Po, da grande fiume d’Italia, può divenire un grande fiume d’Europa, specie per la grande qualità che offre dal punto di vista paesaggistico ed eno-gastronomici”, mentre Raffaele Spiga, dg Agricoltura, Economia ittica, Attività Faunistico-Venatorie dell’Emilia Romagna ha parlato di “una nuova legislazione in arrivo per normare e favorire il pesca-turismo, una risorsa importante per l’intero asta fluviale”.

Una battuta anche con Damiano Chiarini, presente in qualità di ospite. “Sono d’accordo con Daolio: questi convegni sono molto positivi e andrebbero fatti più spesso, ma occorre anche stringere ed arrivare al dunque. Prendiamo quanto di buono offrono questi momento comunitari: servono a tenere alta l’attenzione sul tema ambientale e, rispetto al passato, abbiamo fatto passi avanti in tal senso notevoli. Ma dobbiamo arrivare ad azioni concrete. Come associazione Persona Ambiente crediamo di avere dato un segnale: sia con la Carta del Po, sia con la discesa del Po in onore di mio padre Umberto, dato che non è scontato coinvolgere 150 persone a navigare il fiume. Nessuno lo aveva mai fatto prima”.

Quale dunque una ricetta concreta? “Insistere con questi tavoli, ma uscirne con proposte concrete. Tre, quattro punti sui quali fare pressione verso le istituzioni. E soprattutto un’unione di intenti, sulla quale non a caso insistono un po’ tutti. Non dobbiamo chiedere troppo, ma dobbiamo chiedere cose importanti e dobbiamo adottare linee comuni, ad esempio, sul bracconaggio. Tra l’altro sottolinea che le macro-regioni del Nord hanno lo stesso colore politico, dunque dovrebbe anche essere più semplice il dialogo, fermo restando che la politica dovrebbe remare, su questi tempi, in un’unica direzione. Occorre armonizzare la normativa: parliamo sì di competenza di sponda, quando ci riferiamo al Po, ma abbiamo a che fare con sponde che toccano quattro Regioni e 13 Province diverse”.

Giovanni Gardani

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