Cultura

Boles “ad honorem”
in Puglia: lezione
Casalasca a Ruvo

Nella foto il casalese Giuseppe Boles con una delle classi che ha partecipato all’incontro e la locandina dell’evento

CASALMAGGIORE/RUVO DI PUGLIA – Un successo: tale si può definire senza tema di smentita l’incontro che lo scrittore casalese Giuseppe Boles ha avuto con oltre cento studenti del liceo “Orazio Tedone” (scientifico e linguistico) a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari. Un incontro organizzato nel dettaglio grazie alle potenzialità dei social network, che si è tenuto giovedì alle ore 16 nell’Auditorium della scuola, definita da Boles una sorta di college americano come struttura.

“L’incontro con l’autore”, così era definito l’evento lanciato da una locandina molto suggestiva (Boles con un ombrellino, intento a leggere in mezzo a un campo di colza), è nato quasi per caso, come si diceva. “L’anno scorso” racconta Boles “avevo realizzato qualcosa del genere con gli studenti del Liceo Classico di Avola, in provincia di Siracusa e credo di averli colpiti: così a giugno hanno espresso i loro pareri favorevoli, sia sul libro che sull’incontro in sè tramite il web e i social network. Una ragazza del liceo scientifico di Ruvo ha letto le “recensioni” positive quasi per caso e ha proposto all’insegnante di italiano di realizzare un nuovo incontro. Un passo alla volta: prima i ragazzi hanno letto il mio romanzo d’esordio, “La psiche del topo”, poi abbiamo organizzato questa chiacchierata nel loro Auditorium”.

“I giovani sono curiosi per natura” spiega Boles “e nel giro di poco tempo si sono aggiunte anche altre classi che, grazie al passaparola, hanno deciso di aderire. In questo modo quello che doveva essere un semplice incontro con una ventina di alunni si è trasformato in un vero e proprio faccia a faccia con una buona fetta delle classi più giovani dell’istituto. Per questo hanno deciso di spostare l’incontro direttamente nel loro auditorium”.

Un’esperienza che lo stesso casalese definisce “faticosa e non semplice, ma entusiasmante: una fatica positiva, sia chiaro, perché per tenere testa a oltre cento ragazzi serve saper variare. Ho cercato di essere professore, amico, cantastorie, scrittore, un po’ tutto, per un paio d’ore. Sono orgoglioso di avere esportato il nome di Casalmaggiore anche lontano da casa mia, facendo bella figura. Ho parlato a 360 gradi, cercando di regalare stupore per combattere il grigiore che stiamo vivendo. E ho preso spunti anche da miei manoscritti inediti di questi cinque anni, perché ho voluto trasmettere a questi ragazzi la volontà di credere nel loro talento, sempre e comunque: perché anche una briciola di talento ha tutto il diritto di uscire allo scoperto. Per questo ringrazio Paola Ruggeri, la studentessa dalla quale è partito tutto, e la professoressa Isabella Tandoi“.

La stessa professoressa conferma le ottime sensazioni avute dal pomeriggio. Si pensi, per dare l’idea, che un anonimo s’è offerto di pagare, al posto della scuola, vitto e alloggio al casalese nella notte tra giovedì e venerdì, prima del rientro a Malpensa in aereo, indi a Casalmaggiore. “Abbiamo riunito quattro classi” spiega la professoressa “più qualche aggiunta esterna, per così dire: posso assicurare che richiamare oltre cento ragazzi in orario pomeridiano, dunque extra-scolastico, non è impresa da poco. Erano presenti studenti del biennio, più qualcuno del triennio. Ho raccolto, dopo giovedì, alcune sensazioni e tutti sono rimasti molto contenti: del personaggio, del modo in cui s’è presentato, a partire dal look, del suo modo di raccontare. Onestamente come organizzatori ci siamo accorti di avere fatto la scelta giusta quando quasi tutti i ragazzi hanno deciso spontaneamente di andare a mangiare la pizza, giovedì sera, sempre con Giuseppe, perché volevano sentire altri suoi racconti. Ha lanciato un messaggio positivo: ha chiesto ai ragazzi di non cambiare, di essere sempre stimolati alla curiosità e di sviluppare ognuno il suo talento, senza lasciare perdere i sogni”.

Piccolo retroscena: ne “La psiche del topo” c’è anche qualche scena “spinta”. “E’ vero” spiega Isabella Tandoi “ma ci siamo fidati. Subito dopo Pasqua sembrava emergere qualche problema, perché comunque avevamo a che fare con ragazzi di 15-16 anni, ma alla fine questa preoccupazione ha avuto l’effetto contrario, stimolando una partecipazione ancora maggiore. Gli stessi genitori hanno applaudito l’iniziativa ed alcuni erano presenti giovedì, segno che è stata dura mettere tutti d’accordo – specie alla fine dell’anno scolastico quando sono tante le cose da fare e parecchio è il lavoro da “incastrare” – ma ne è valsa la pena. I ragazzi si sono sentiti coinvolti: per loro era il primo incontro con un autore e credo ne siano usciti migliorati”.

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