Quello che le etichette
non dicono: quando
il cibo fa davvero male
Nella foto l’intervista sul palco e gli studenti del Romani
CASALMAGGIORE – Come è stato sottolineato, la Festa dell’Europa di quest’anno ha puntato al coinvolgimento maggiore da parte delle scuole, rappresentando così qualsiasi età. Elementari, medie ma anche superiori, tanto che, tra i momenti clou della rassegna, va senza dubbio citata la presenza di Pierpaolo Corradini, autore del libro cult “Quelle che le etichette non dicono”.
Come il titolo già suggerisce, l’incontro, avvenuto alle ore 10.30 di sabato davanti alla splendida cornice del palazzo municipale di Casalmaggiore, Corradini, coadiuvato da Chiara Mina, casalese doc, e intervistato dallo scrittore di Casalmaggiore Giuseppe Boles, ha parlato di tutto ciò che a livello alimentare non funziona, a partire dalla grande distribuzione per arrivare anche a truffe colossali. Intese non tanto a livello economico, sia chiaro, ma di sanità degli elementi proposti sulle nostre tavole.
Un viaggio inizialmente desolante, che piano piano ha però lasciato spazio a qualche ricetta (in senso lato) per provare a tutelare il proprio stomaco e la propria salute: davanti alla platea formata dai ragazzi del Polo Scolastico Romani (era presente anche la preside Antonella Maccagni), Corradini ha infatti parlato del “trucco della marmellata”. “So che sto generalizzando” ha ammesso Corradini “ma dobbiamo trovare una chiave di lettura: ebbene, come sapete una marmellata è più buona e più sana se ha meno ingredienti, perché significa che è meno “ritoccata”. La stessa cosa vale, in generale, per qualsiasi prodotto: meno ingredienti ha, più andate sul sicuro”.
Tra i momenti più significativi dell’intervista di Boles a Chiara Mina e a Pierpaolo Corradini, anche il passaggio legato ai coloranti. “Il Gatorade in America è di un colore, in Italia di un altro: ma il sapore è lo stesso, il colore cambia solo per vendere di più in base alla simbologia e alla cultura che la sostiene” ha spiegato Corradini”. E come non citare la grande truffa del 2008 legata alle sottilette. “Erano prodotto” ha raccontato lo scrittore “con scarti industriali, cibo andato a male, plastico e addirittura escrementi di topo: si inorridisce al pensiero, ma è stato provato che era tutto vero”.
Insomma, un grido d’allarme per la salute di ognuno di noi e un monito a fare attenzione a cosa arriva sulle nostre tavole: a cominciare dai più giovani, certamente, che tornando a casa, sabato pomeriggio, saranno sicuramente stati più attenti anche alla spesa delle proprie madri. O semplicemente alle etichette dei prodotti acquistati…
Giovanni Gardani
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