Diotti, settimana
corta: già raccolte
200 firme contrarie
Nella foto un momento della raccolta firme
CASALMAGGIORE – Sono genitori decisamente agguerriti quelli che, in queste ore, stanno raccogliendo firme contro la settimana corta, proposta dalla scuola media Diotti di Casalmaggiore. A partecipare non sono soltanto i genitori dei ragazzi delle medie, ma anche quelli dei ragazzi che, frequentando la quinta elementare e dunque essendo in procinto di lasciare l’Istituto Marconi, si preoccupano per il prossimo anno scolastico.
Presso l’oratorio Maffei, in piazza Marini, è iniziato la raccolta firme che, in poche ore, ha già portato a duecento autografi. L’antefatto è presto spiegato: la scuola Diotti vorrebbe infatti approntare per il prossimo anno un orario completamente diverso da quello attuale. Gli studenti dovrebbero andare a scuola dal lunedì al venerdì fino alle 13.45 anziché fino alle 12.45 (con due rientri settimanali dalle 14.45 alle 16.45), restando però a casa il sabato. Una soluzione che non può star bene ai genitori, molti dei quali lavorano anche il sabato mattina e che dunque si troverebbero a disagio con la nuova soluzione, peraltro abbastanza rivoluzionaria sul suolo casalese.
La scuola, nella figura in particolare della dirigente Assunta Balestreri, si difende sostenendo che si tratta di una revisione dettata dall’esigenza di tagliare i costi. I genitori ribattono dicendo che lo stesso sindaco Claudio Silla avrebbe sconfessato questa prospettiva, sostenendo che con la settimana corta al comune si presenterebbero tre problemi: di trasporti (sistema da rivedere), di vigilanza e di mensa. Gli stessi genitori hanno scritto una lettera e indirizzeranno successivamente la raccolta firme alla dirigente Balestreri, alla dirigente della Marconi Bruna Braga e allo stesso primo cittadino, “in attesa di coinvolgere sulla questione anche tutti gli altri candidati sindaco” dicono alcune mamme.
Al momento, spiegano i genitori, la dirigenza avrebbe preso tempo, rimandando aggiornamenti al collegio docenti di venerdì: “L’unica motivazione a favore della settimana corta” attaccano gli stessi genitori “sarebbe la volontà degli insegnanti di restare a casa il sabato. Ed è una motivazione che non cerca il bene dei ragazzi, che hanno invece bisogno di andare a scuola anche il sabato e che non dovrebbero rimanere a scuola fino alle 14, perché dopo una certa ora anche la concentrazione, a questa età, si fa deficitaria”. Non solo: secondo i genitori anche l’offerta formativa verrebbe ridotta, perché minore sarebbe il numero di ore scolastiche previsto. Molti genitori, infatti, sarebbero costretti a scegliere il modulo a 30 ore (il cosiddetto “tempo normale”, senza rientri pomeridiani) e questo impoverirebbe l’offerta formativa.
Duro, in particolare, l’ultimo volantino diffuso dai genitori che così si chiude, in modo molto esplicito, sostenendo che i genitori e anche buona parte del corpo docente sarebbe stato tenuto all’oscuro della decisione. “Ancora una volta la scuola sarebbe organizzata” si legge “unicamente per soddisfare le esigenze del corpo docente e non degli studenti, le cui esigenze di formazione stanno passando sempre più in secondo piano”.
Giovanni Gardani
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