Motoraduno, le nuvole
non guastano il ricordo
di Angelo Bergamonti
Nella foto il momento della cerimonia davanti alla statua di Bergamonti
GUSSOLA – Non poteva bastare un cielo plumbeo e il rischio di pioggia per guastare il cuore dei centauri, arrivati a Gussola per rendere omaggio al grande Angelo Bergamonti, al quale il Motoclub casalasco da 43 anni ormai dedica il proprio motoraduno. Un’edizione speciale, quest’anno, perché diluita su tre giorni, approfittando della festività del 25 aprile caduta di venerdì e chiusa domenica 27 con il momento clou.
La benedizione del monumento a Bergamonti, infatti, ha portato i non pochi motociclisti presenti a salutare un mito dello sport italiano originario di Gussola, tragicamente scomparso in pista, con il classico rombo dei motori. Giuseppe Pietralunga ha lanciato un monito a tutti gli appassionati: da presidente del Motoclub Bergamonti ha infatti chiesto un aiuto, anche economico, dato che “il Motoclub non può vivere di aria”. Un appello sincero che ha raccolto l’apprezzamento del sindaco Marino Chiesa, presente assieme a Vanni Leoni, suo predecessore e ora assessore provinciale, che ha parlato di “grossa soddisfazione, perché nonostante il maltempo (che creò problemi anche nel 2013, ndr) questo evento è sempre molto sentito e partecipato. L’impegno maggiore è l’organizzazione di una manifestazione di tre giorni, con volontari impegnati 24 ore su 24. Sono in scadenza di mandato e mi sento di mandare un forte applauso al Motoclub per tutto quello che fa e per lo spirito collaborativo che ha sempre dimostrato”.
Gussola ha vissuto con partecipazione “un’emozione che tutti gli anni si ripete” ha ricordato Chiesa, aggiungendo che “Gussola in tutta Italia è riconosciuta come la casa di Angelo Bergamonti”. Don Ettore Conti, parroco del paese, ha voluto idealmente associare la benedizione del monumento, momento ricorrente tutti gli anni, al grande evento che, a Roma, ha portato in contemporanea alla canonizzazione dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Molto particolare anche la consegna di una targa speciale a Guido Borelli, proprietario del Morini con il quale Angelo, prima del grande salto in sella alla sua MV Agusta, vinse parecchie corse da giovane. Un momento salutato, manco a dirlo, dal rombo dei motori dei centauri presenti che, in una tre giorni anche culturale e gastronomica, non hanno mancato di vivere l’emozione di un giro di pista al Circuito di San Martino del Lago. Anche se c’è da scommettere che la pelle d’oca è stata più forte proprio per l’attimo conclusivo.
Simone Arrighi
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