“La memoria
batte nel cuore
del nostro futuro”
Nella foto, i momenti salienti delle celebrazioni
CASALMAGGIORE – Il coinvolgimento degli alunni dell’Istituto Comprensivo Marconi, che hanno cantato l’inno rivolti al monumento per la Resistenza, sulle note della banda della Società Musicale Estudiantina. I volontari di Croce Rossa e Protezione civile, chiamati per la prima volta a depositare la corona d’alloro dell’amministrazione comunale alla lapide dei caduti, sulle scale del municipio maggiorino. Il ricordo della lotta per la Liberazione, diffuso in piazza Garibaldi dal presidente Anpi Casalmaggiore Giuseppe Rossi. La lettura della giovane studentessa Alessia Tascarella. Il richiamo del sindaco Claudio Silla ai valori di una Costituzione in corso di ammodernamento. Dallo scenario del 25 aprile 1945, quando Casalmaggiore piangeva il sacrificio di Giovanni Favagrossa, Carlo Martelli, Gino Avigni e Aldo Formis, allo sguardo verso le nuove generazioni. Questi i momenti salienti della celebrazione del 69esimo anniversario della Liberazione, tenutosi nel capoluogo casalasco venerdì mattina, alla presenza di autorità locali, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni combattentistiche, di gruppi volontaristici e di una cornice di cittadini che hanno seguito il corteo approdato intorno alle ore 11 in piazza Garibaldi. Alle ore 9,30 il ritrovo presso la ‘Casa del Mutilato’, poi la Santa Messa nella chiesa di San Francesco, tempio dedicato ai caduti in guerra, quindi la sosta, con alzabandiera e posa della corona al monumento per la Resistenza. Presente, una rappresentanza d’onore del X° reggimento Genio Guastatori della caserma ‘Col di Lana’ di Cremona. Il rito, l’inno, la commemorazione e poi la seconda posa della corona d’alloro in municipio.
La chiosa è stata dedicata, come consuetudine, alle parole di Giuseppe Rossi, presidente Anpi Casalmaggiore, che dopo aver ripercorso le tappe fondamentali della Resistenza casalasca, con l’estremo sacrificio di Favagrossa, Martelli, Avigni e Formis, ha ringraziato il professor Giorgio Lipreri per gli studi che hanno portato a scoprire anche un quinto casalasco perito “per la libertà, per non aver risposto alla chiamata della costituenda Repubblica di Salò: Carlo Ferrari, del ’24, fucilato a Massa con altri cento prigionieri”. “La memoria batte nel cuore del nostro futuro”: così Alessia Tascarella, alunna del Polo Romani che ha letto alcuni brani tratti dall’epistolario tra Giovanni Favagrossa e l’amata Anna Carnevali raccolti dal professor Guido Sanfilippo, sottolineando l’importanza di chi ha dato la propria vita per la Resistenza e la lotta al nazifascismo. Dalla giovane una condanna decisa “a chi ignora il sacrificio di persone come Favagrossa, denigrando l’Unità d’Italia e le istituzioni”. Di “patrimonio di valori da far rivivere per le nuove generazioni” ha parlato infine Claudio Silla: “Celebriamo un giorno fondamentale per la storia del nostro paese. Lo facciamo con bambini che devono avere coscienza delle proprie radici”. Il sindaco ha poi riservato un pensiero all’attuale situazione dello Stato italiano, “alle prese con una riorganizzazione che inciderà sull’assetto dato dalla carta costituente” ma che non potrà prescindere dal “superare il bicameralismo perfetto”. Piazza Garibaldi, che è andata via via popolandosi, ha poi concluso le celebrazioni con un applauso alla memoria dei casalaschi (e non solo) sacrificatisi per la libertà dell’Italia intera.
Simone Arrighi
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