Economia

Pomì all’assalto
dei cieli: ecco i nuovi
droni “da coltivazione”

Nella foto a sinistra Voltini e Vaia del Consorzio, a destra uno dei droni dimostrativi

RIVAROLO DEL RE – Il Consorzio Casalasco del Pomodoro ha presentato ad una nutrita rappresentanza della stampa la sperimentazione sull’utilizzo dei droni. Come già anticipato, sui campi delle aziende agricole che producono pomodoro per l’azienda di Rivarolo del Re voleranno questi apparecchi che avranno l’incarico di stabilire le giuste dosi di irrigazione e di fertilizzanti che dovranno essere utilizzati per una idonea coltivazione. Questo al fine di ottenere una serie di risultati: efficienza di produzione, sostenibilità ambientale, corretta informazione al consumatore finale.

E’ quel che ha rivelato il direttore del Consorzio Costantino Vaia, supportato dal responsabile agronomico del CCP Davide Rocca. Saranno tre i droni utilizzati in questa prima fase sui terreni di una dozzina di aziende agricole, per un totale di oltre 150 ettari. Voleranno a 150 metri di altezza, e grazie alla tecnologia ad infrarossi disegneranno una mappa del terreno sottoposto a controllo che consenta di sfruttare al meglio e senza sprechi l’attività dell’agricoltore. Purtroppo la presenza di un forte vento ha impedito la dimostrazione pratica, che era stata fissata in un terreno posto tra Villa Talamazzi, frazione di San Martino del Lago, e Casanova d’Offredi, Ca’ d’Andrea.

Tra i giornalisti presenti, anche una troupe di RaiTre. Il direttore generale Vaia ha illustrato il progetto, sin dal suo concepimento, un paio di anni fa. «Si inserisce – ha detto Vaia – in un contesto di sostenibilità ambientale che ci distingue nel settore conserviero». Nei dettagli: «Il progetto parte da una mappa satellitare. Vengono inserite le coordinate (i dati catastali) del terreno da monitorare, poi il drone effettua un telerilevamento sopra l’appezzamento, che può riguardare il solo terreno o la vegetazione già sviluppata. In questo modo vengono svelate le cosiddette “mappe di vigore” che evidenziano le necessità di quel terreno. Su tale base, si redige la “mappa di prescrizione”, che stabilisce la quantità di acqua e di concime da distribuire. Questo progetto si inserisce nel percorso che ha portato il Consorzio a concentrarsi sulle emissioni, riducendo l’impatto ambientale. L’utilizzo di questa tecnologia sofisticata ci consentirà di razionalizzare la raccolta e le risorse».

Un progetto che si inserisce nel sistema “Pomì Trace, segui la tracciabilità”: collegandosi al sito “www.pomitrace.it” il consumatore può rintracciare l’origine del prodotto acquistato digitando i codici trovati sulla confezione. «Può così conoscere – prosegue Vaia – da quale terreno proviene, oltre che nome e cognome dell’agricoltore. Oggi il consumatore ha una nuova sensibilità: è importante la qualità e anche l’impatto ambientale, nella massima trasparenza e garanzia di ciò che consuma. Un’azienda come la nostra incarna il territorio e lo valorizza col suo prodotto: rappresentiamo 300 aziende agricole, con una distanza media da coprire di 50 km. Questa filiera corta minimizza il trasporto e quindi l’impatto ambientale. Un altro valore che da sempre facciamo nostro è l’origine italiana al 100%, sul principio condiviso da Coldiretti. La stessa origine delle nostre zone di provenienza da noi sottolineata (si ricorderà la recente campagna “Solo da qui, solo Pomì”, ndr) ha scatenato inizialmente polemiche, ma siamo stati premiati dai positivi dati di vendita. Gli spot tv (chi non ha visto Bonolis parlare del Consorzio Casalasco su Canale 5?, ndr), le fiere le sponsorizzazioni sportive che abbinano un prodotto naturale alla salute, vanno in questa direzione. Il nostro è un settore statico, si ritiene che dietro a una passata di pomodoro sia difficile fare innovazione, ma è nel nostro dna, dobbiamo valorizzare ed esportare il territorio».

Quindi un appuntamento importante alle porte: «In giugno ospiteremo a Sirmione il congresso mondiale del pomodoro. Finalmente abbiamo portato la manifestazione in Italia, un grande vanto per noi. Expo 2015 sarà un’altra grande opportunità per dare visibilità internazionale al nostro territorio».

Vaia ha risposto poi a varie domande, dicendo, col supporto di Rocca, che il risparmio di concime è previsto attorno al 10-30%, il che si traduce in risparmio economico ma anche ambientale, con un minor quantitativo di azoto introdotto. Come per l’acqua però molto dipende dalle condizioni atmosferiche della stagione. Il presidente Paolo Voltini, recentemente nominato alla direzione di Coldiretti, ha voluto rimarcare come il progetto sia stato fatto in collaborazione con la stessa associazione. Tornando a Vaia, ha stimato la produzione 2014 del pomodoro in oltre 3 milioni di quintali, sulla superficie di oltre 4500 ettari a disposizione delle 300 aziende. Sui costi della sperimentazione coi droni, il direttore ha risposto che un mero calcolo di costi accantonerebbe la ricerca, ma questo vale in generale. L’obiettivo è però quello di arrivare a massimizzare le rese e ottimizzare i costi. Ha poi sottolineato come nel nostro paese al momento tale tecnologia sia utilizzata solo nel caso di vigneti e piantagioni da frutta. I droni sfruttano tecnologia giapponese ed israeliana. L’obiettivo futuro è utilizzarli su tutta la produzione? «Prendiamo l’irrigazione a goccia con l’utilizzo di sonde per stabilire la quantità necessaria di acqua – ha risposto Vaia -. Si è partiti dalla sperimentazione, oggi il 70% dei nostri terreni la utilizzano».

«Noi non delocalizziamo – ha aggiunto Voltini – anzi valorizziamo la produzione dei nostri soci, in un momento in cui il valore delle “importazioni del falso” è stimato in decine di miliardi di euro».

In chiusura si è sottolineata l’importanza del Consorzio dal punto di vista occupazionale: i dipendenti sono 600, il fatturato stimato per il 2014 200 milioni di euro. «Abbiamo distribuito oltre 24 milioni di euro al personale», ha chiuso con orgoglio Vaia, che in questa azienda ci entrò per la prima volta da studente universitario, da lavoratore stagionale per pagarsi la retta. Come tanti altri casalaschi del resto.

Vanni Raineri

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