Velo Ok e Busi-Asl
Il consiglio si scalda
su mozioni e interpellanze
Nella foto il consiglio comunale, Paolo Bini e Silvio Biffi
CASALMAGGIORE – Un’interrogazione, una mozione e due interpellanze. Il consiglio comunale di martedì è cominciato così, partendo dagli spunti delle minoranze guidate da Orlando Ferroni e da Filippo Bongiovanni per discutere tematiche calde. Su tutte la questione della partecipazione della Casa di Riposo Busi al bando Asl della Provincia di Cremona (bando che, come è stato rivelato, il Busi ha anche vinto per mezzo punto) e quella sempre calda degli speed check. Da segnalare che per la prima volta una mozione di Ferroni in consiglio è stata accolta, seppure con un emendamento proposto da Bongiovanni.
Prima dell’inizio della discussione l’amministrazione ha voluto ringraziare tre giovani casalesi, fratelli, che nei mesi scorsi hanno discusso tre tesi proprio su Casalmaggiore: Laura Chiesa con una tesi sul risparmio energetico legato alla scuola dell’infanzia, Fabio Chiesa con una trattazione sul rilancio turistico del Casalasco, Anna Chiesa con una ricerca sul colore come strumento architettonico per rendere meno impattante la Marcegaglia di Casalmaggiore. “Avremmo voluto acquisire queste tesi” ha spiegato il sindaco Claudio Silla “ma sono talmente interessanti che al momento, su quelle di Fabio e Anna (che si sono laureati da pochi mesi, ndr) non c’è ancora il nulla osta dei professori. Abbiamo però acquisito quella di Laura, che ha finito il suo percorso di studi qualche anno fa”. L’applauso della seduta ha salutato i tre giovani, figli del consigliere Ermelinda Casali del Listone, alla quale sono andati gli auguri di pronta guarigione. Poi le discussioni, che vediamo nel dettaglio.
BUSI E ASL (INTERROGAZIONE FERRONI) – La Casa di Riposo Busi, come si diceva, ha vinto il bando indetto dall’Asl della Provincia di Cremona per trovare un locale idoneo per una nuova sede. La ex Casa Fontana, acquisita dal Busi nel 2011 sarà dunque sfruttata proprio dall’Asl per creare la nuova sede. “Lo statuto della Fondazione” ha chiesto Ferroni “prevede anche questa forma di attività immobiliare? C’è attinenza con l’attività di ricovero e assistenza anziani? E soprattutto questa operazione che impegna 1400 metri quadrati per 60mila euro annui di canone consente un ritorno alla Fondazione?”
La risposta è arrivata dal sindaco Silla e anche dal presidente del Busi Paolo Bini, dal consigliere della fondazione Claudio Frigeri e dal segretario della fondazione Luciano Taracchini. Silla: “Il Busi ha fatto una scelta lungimirante, acquisendo la ex Casa Fontana a suo tempo per riuscire a soddisfare necessità di espansione, dato che gli spazi erano saturi. Ora il Busi ha visto questa opportunità e l’ha sfruttata: dato che per il vecchio ospedale non vi sono grande speranze, come è stato confermato nel novembre 2013, il Busi ha colto la palla al balzo e ora potrà sistemare 1400 metri quadrati ad uso ufficio, avendo vinto il bando nel quale concorrevano nove soggetti privati”.
Paolo Bini ha spiegato che la ex Casa Fontana è sempre stato un angolo critico oltre che uno spazio vitale. “Inizialmente cercavamo un accordo con una cooperativa di medici, che però è fallito, ora l’impegno era di non far deteriorare l’edificio. Molti dei nostri spazi sono già dati in comodato d’uso all’Asl, quindi abbiamo pensato di fare questa manovra, che per vent’anni non graverà, se non in minima parte, sulla retta, una delle più base della Provincia”. Taracchini ha spiegato che si accenderà un mutuo per ristrutturare la ex Casa Fontana e che sarà richiesta una parte a finanziamento privato, un’altra con disinvestimento patrimoniale e su questo punto Ferroni ha insistito perché si scelga un mutuo a tasso fisso, per evitare sorprese. “Non era possibile aumentare il numero di posti letto per avere ulteriori introiti?” ha chiesto Ferroni. “No” hanno risposto Bini e Taracchini “perché i posti accreditati sono determinati dalla Regione sulla base del rapporto della popolazione ultra 75enne”.
FONDO VITTIME DI FURTI (MOZIONE FERRONI) – A suo modo è stato un consiglio comunale storico. Per la prima volta, anche se con qualche modifica rispetto al testo originario, una mozione proposta da Orlando Ferroni è stata infatti accolta dal consiglio, che l’ha votata all’unanimità. “Con il mio gruppo” ha spiegato Ferroni “abbiamo pensato di creare un fondo per le vittime di furti del comune di Casalmaggiore. Dato che l’ondata criminosa è in aumento, questi furti spesso privano onesti cittadini degli stessi attrezzi del mestiere – penso ad esempio al computer portatile – e quindi crediamo sia giusto venire incontro a queste persone. Gli unici paletti che poniamo sono la residenza all’interno dei confini comunali di chi sarà aiutato e il fatto che si tratti esclusivamente di vittime di furti”.
“L’idea è buona” ha detto Carlo Gardani del Listone “anche se vanno fatti distinguo. E’ ovvio che il comune decide per il proprio territorio, dunque il primo paletto posto da Ferroni è scontato. Ciò detto: chi ha subito un furto non può agire ad esempio mediante assicurazione? Ricordo che la vecchia Cariplo, dove io lavoravo, aveva istituito un fondo di solidarietà. Soprattutto: sono sufficienti le piccole somme? L’idea ci piace e siamo pronti a valutarla, ma credo che i soldi andrebbero investiti anche su strutture di prevenzione furti prima ancora che su questo fondo”. Bongiovanni ha spiegato che la proposta necessita di approfondimento, ricordando il fondo di garanzia vittime delle strada, o il fondo per le vittime della criminalità organizzata o dell’usura, istituiti a livello nazionale. “Chiediamo però” ha spiegato Bongiovanni “di non votare subito, perché il tema merita ulteriore approfondimento”. Silla ha suggerito di convogliare l’idea di Ferroni sul percorso del microcredito intrapreso dall’assessore Carla Visioli, mentre l’assessore Pierluigi Pasotto ha spiegato che “la proposta potrebbe coinvolgere La Rete, oltre alle attività produttive e alle assicurazioni, unendo pubblico e associazionismo. Non possiamo improvvisare su questi temi, dato che La Rete ad esempio è nata dopo un anno di lavoro”.
Ferroni ha proposto di votare comunque l’istituzione del fondo, “perché poi penseremo a vestirlo e riempirlo, ma intanto diamo un segnale”. Alla fine il compromesso è stato raggiunto a metà strada: il fondo non è stato istituito, ma le varie forze politiche hanno votato la mozione con un piccolo cambiamento: “Chiediamo al consiglio di approfondire la possibilità di creare un fondo”, così il testo della mozione è stato approvato in ultima istanza.
VELO OK (INTERPELLANZA FERRONI) – Alla presenza anche del comandante della polizia locale di Casalmaggiore Silvio Biffi è stato discusso in consiglio uno dei temi più caldi del momento, quello degli Speed Check (meglio usare il termine più appropriato, ossia Velo Ok), per il quale Ferroni è arrivato ad accusare il comune di “danno erariale”. “Un verbale del 2 ottobre 2013 è stato sconfessato” ha detto Ferroni “dal prefetto di Cremona, che ha dato ragione ad un automobilista che aveva preso una multa a San Giovanni in Croce. I Velo Ok sono spaventapasseri inutili, che costano perdita di tempo, di soldi e aprono il rischio di danno erariale. Perché installarli se lo stesso Ministro Lupi li ha definiti illegittimi?”.
Silla ha insistito sul tema della sicurezza. “Non crediamo sempre e soltanto alle Iene” ha detto il sindaco, citando il noto programma che ha messo sotto accusa i Velo Ok “. Noi abbiamo puntato, dopo avere ottenuto autorizzazioni dalla Provincia, sul tratto dell’Asolana e su Motta San Fermo, dove transitano 18mila mezzi. Continuiamo a ricevere richieste, perché altri cittadini chiedono su altre strade questi strumenti. Le sollecitazioni ci suggeriscono che abbiamo fatto una scelta positiva”.
Ferroni poi ha ironizzato sul fatto che, di sera, con le luci accese dei Velo Ok, “Casalmaggiore sembra piena di alberi di Natale”. Poi Biffi ha fornito la sua versione dei fatti. “I Velo Ok non necessitano di omologazione e nessuna norma li vieta. Il Ministro Lupi, incalzato dalle Iene, ha sbugiardato 2-3 anni di circolari su questo tema. Il Velo Ok può essere pericoloso, ma lo è come un palo della luce, una recinzione, un albero… Io stesso nel 2009 ero contrario alla loro installazione, specificando che era meglio aspettare per capire. Ora, cinque anni dopo, mi sono detto favorevole perché le risposte sono positive”.
“Perché spendere 7mila euro per questi scatolotti” ha incalzato Ferroni “quando ne bastavano 2mila in più, in tema di sicurezza, per un varco elettronico? E soprattutto dov’è il contratto?”. Biffi ha risposto un po’ stizzito che il contratto “per negligenza mia mancava, ma è stato firmato nelle ultime ore. Credevo che l’impegno di spesa sul progetto fosse sufficiente ma mi sbagliavo. Comunque ora è tutto a posto. Se vuole fare denuncia di danno erariale alla Corte dei Conti, faccia pure, io ho le spalle coperte e non ho scheletri nell’armadio”.
MANUTENZIONE STRADE (INTERPELLANZA BONGIOVANNI) – L’ultima interpellanza, dopo il “trittico ferroniano”, è toccata alla Lega Nord con Bongiovanni. “Perché esistono due delibere da 125mila euro complessivi con copertura garantita a bilancio sulla manutenzione strade e mancano i progetti esecutivi? Manca trasparenza e gli atti sono incompleti”. L’assessore ai Lavori Pubblici Tiziano Ronda ha spiegato che i protocolli erano già esistenti, per quanto non allegati e che i progetti sono due, perché finanziati in modo diverso. “Da un lato 50mila ricavati da un mutuo già deliberato; dall’altro 75mila euro finanziati dagli incassi delle contravvenzioni. Non abbiamo deciso su quali strade intervenire, perché vogliamo vagliare di volta in volta le situazioni e le necessità più impellenti”.
Bongiovanni si è detto poco soddisfatto. “Non vorrei che questa mossa fosse figlia della campagna elettorale. Del tipo: facciamo le strade laddove ce lo chiedono in cittadini sotto le elezioni. Un film già visto. Non dichiarare su quale strada si va a intervenire è gravissimo”. Ronda ha ribadito che “non riteniamo necessario indicare le strade o i tratti di strada da sistemare a priori”. Silla ha chiuso spiegando che i 75mila euro per il momento sono congelati perché dovrebbero servire per il quartiere Baslenga. “Ma se si dovessero liberare li potremo usare per altre strade”.
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