Cultura

Vittoria Alata, da
Calvatone ai magazzini del
Museo Civico cremonese

Nella foto, Mario Coppetti tra due copie della Vittoria Alata di Calvatone

CREMONA – “C’è una scultura scoperta a Calvatone, indubbiamente molto bella. Ce n’è una copia esposta al museo Pushkin di Mosca. Perchè tenere nascosta quella che abbiamo noi? Io vorrei che questa scultura venisse valorizzata e i cremonesi avessero l’orgoglio di esporre davanti a tutto il mondo almeno la medesima copia che c’è a Mosca”. E’ questo l’appello che il maestro scultore Mario Coppetti lancia ad autorità e mondo culturale, di Cremona e non solo, perché la scultura in questione, la Vittoria Alata di Calvatone, possa essere esposta e valorizzata come merita.

Quello che avvolge la statua, è uno dei misteri forse piu intricati della storia dell’archeologia, con un intreccio che si svolge tra Cremona, Berlino e Mosca. La Vittoria Alata e una delle sculture in bronzo più note dell’antichità: venne scoperta nel 1836 ai margini della via Postumia che attraversava l’antico abitato di Bedriacum, l’attuale Calvatone. Databile tra il 161 e il 169 dopo Cristo, fu acquistata nel 1841 dai musei di Berlino, dove fu restaurata e integrata. La posizione in cui la statua venne trovata, posta su un basamento di pietra ai bordi della piu grande via di comunicazione romana, ne indica anche l’importanza. Oggi ne esistono almeno tre copie note, a Cremona, Berlino, Mosca.

A queste se ne aggiunge una quarta, commissionata dal Comune di Calvatone ed esposta nel municipio della cittadina casalasca. Ma qual é l’originale? Forse proprio quella custodita al Museo Pushkin, anche se le autorità russe non ne hanno mai confermato l’autenticità. “Dal 1937 – lamenta Coppetti – la copia della Vittoria Alata donata dal governo tedesco alla città di Cremona non è più visibile al pubblico. E’ sempre stata tenuta nei magazzini, esposta una volta, credo, ma per pochi giorni. E’ un pezzo di scultura antica che bisogna valorizzare”. Originale, o no, resta il fatto che esporre e valorizzare la copia cremonese potrebbe contribuire a richiamare su Cremona l’attenzione di appassionati e studiosi di tutto il mondo e aggiungere così lustro alla storia e alla cultura della città.

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