Cultura

Il casalese Valter
Rosa curatore mostra
prestigiosa su Balena

FRATTA POLESINE/CASALMAGGIORE – Parlerà in parte anche un po’ il dialetto casalasco la prestigiosa mostra che sarà inaugurata sabato a Fratta Polesine (Rovigo) dell’artista Vincenzo Balena. “Le maschere di Ifigenia”, questo il titolo dell’esposizione nella splendida Villa Badoer, sarà infatti curata da Valter Rosa, collaboratore assiduo con il Museo Diotti di Casalmaggiore nonché casalese doc. Peraltro proprio Balena, noto artista milanese, ha già esposto in passato a Casalmaggiore e a Viadana, dunque nel comprensorio Oglio Po, pur trovando grandi estimatori soprattutto in Veneto. La mostra è promossa dalla Provincia di Rovigo in collaborazione con il Comune di Fratta Polesine e Aqua Srl.

“Non è la prima volta” si legge nel comunicato di presentazione dell’evento “che l’artista si confronta con uno spazio carico d’arte e di storia, ma si tratta in questo caso di un incontro speciale, utile a porre in luce le radici antiche, mediterranee e in fondo classiche, del suo fare scultura e, quasi in contrasto con la lingua del Palladio, pure la componente barbara, nordica ed “espressionistica” che permea costantemente la sua ricerca, quale drammatica “testimonianza dell’orrore contemporaneo” (Raboni). Una sequenza di maschere – frammenti e lacerti di volti femminili, quasi ritratti ottenuti a sbalzo da fondi di pentole in rame – che compongono il ciclo Antiqua terra mater (2005), costituisce il nucleo portante della mostra, accanto ad opere in alluminio, cera, legno, terracotta e fili metallici”.

“S’instaura così” spiega sempre Rosa “un rapporto intimo ed emozionale fra lo spettatore e questi volti in sospensione, entro un dialogo aperto e corale con le decorazioni a grottesche delle sale di Villa Badoer, che, sul terreno della rinascita dell’antico, già instauravano una relazione fra classico e anticlassico. Così le maschere appese di Balena, le sue gabbie e i suoi teatri anatomici – si segnala in particolare il monumentale gruppo Quattro presenze (1995) esposto recentemente nel Padiglione Italia della 54a Biennale di Venezia – nell’atto attraverso il quale proiettano nell’aria un grido di dolore, rivelano lo stupore per uno sguardo che ricompone infine le figure, ritrovando armonia nel cuore dei conflitti, quasi ancora vi agisse, fra terribilità e capriccio, fra furia distruttrice ed arte, la medesima logica delle grottesche. Vien così da pensare che proprio qui, nella villa palladiana di Fratta Polesine, fra le decorazioni di Giallo Fiorentino e le storie di Artemide-Diana, si realizzi compiutamente lo sculpturae somnium di Vincenzo Balena: non il rilievo inerte di un mondo deflagrato, ma la sua ricomposizione immaginaria che è fatta pure di ibridismo di materie e figure metamorfiche, di tronchi e racemi abitati e di mostri drolatici, spogliati però di qualsiasi suggestione surreale o fantastica, nella quale tragico e grottesco giocano il loro ambiguo e precario equilibrio, carico di domande sul nostro destino”.

La mostra durerà dal 22 febbraio al 23 marzo e sarà aperta nei giorni di giovedì, sabato e domenica con seguenti orari: 10-12 e 15.30-18.30. L’ingresso è di 3 euro (intero) e 1.50 euro (ridotto).

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