Caso Orefici: famiglia
condannata, per Laino
tre anni e nove mesi
Nella foto, il Tribunale di Cremona
Tre anni e nove mesi a Donato Laino, 48 anni, nato a Matera e domiciliato a Gussola, due anni e sei mesi ciascuno alla la moglie Isabella Recchia, 43 anni, e alla figlia Mara, 25 anni. Questa la sentenza del giudice Pierpaolo Beluzzi che ha ritenuto responsabile la famiglia di circonvenzione di incapace per aver prosciugato il patrimonio di Franco Orefici, di Gussola, scomparso il 18 dicembre 2006 a Ibiza all’età di 55 anni. Il giudice ha inflitto pene più alte rispetto a quelle chieste del pm onorario Silvia Manfredi che per Laino aveva chiesto tre anni e 900 euro di multa, mentre per la moglie e la figlia due anni, un mese e 700 euro di multa. Il giudice ha anche disposto la nullità del testamento di Orefici e la confisca dei beni mobili e immobili. La motivazione sarà depositata entro 90 giorni. Tra il maggio del 2005 e il novembre del 2006 i Laino avevano abusato “delle condizioni psico fisiche” di Orefici che soffriva di un disturbo bipolare della personalità, “inducendolo a compiere atti pregiudizievoli per il suo patrimonio”. Secondo la procura, Laino, che non poteva non essersi accorto del disturbo bipolare di cui soffriva il gussolese, si era fatto rilasciare una procura generale notarile, inducendo Orefici a nominare lui e la moglie eredi a metà del suo patrimonio, del valore di centinaia di migliaia di euro. “Ma quando ha fatto la querela, Orefici è stato considerato capace di intendere e di volere”, hanno rilanciato i legali della difesa, gli avvocati Stefano Forzani e Lucio De Palma, che hanno sottolineato il fatto che a processo non c’era parte civile, e quindi nessuna richiesta di risarcimento danni. “In alcune fasi Orefici era perfettamente in grado di dire la sua, tanto che è andato a vivere a Ibiza. Nessuno è intervenuto a sua tutela. Era solo, lo schivavano tutti, alcuni lo prendevano anche in giro. La famiglia Laino no”. La difesa, che ha chiesto il dissequestro dei beni, “per 7 anni lasciati nell’incuria più totale”, ha poi spiegato che Laino ha sì gestito il denaro di Orefici, ma ha anche dimostrato tutti i passaggi, con pezze giustificative e bonifici. Tutto era fatturato”. A suo tempo la vicenda aveva fatto molto discutere e aveva visto un intero paese mobilitarsi per riuscire a riportare la salma del 55enne dalla Spagna al suo paese di origine. La difesa ha già fatto sapere che ricorrerà in appello.
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