Ambiente

Nutrie, che fare?
Il ddl di Boldrini
giace in un cassetto…

RONCADELLO (CASALMAGGIORE) – Per qualcuno, in particolare per gli agricoltori sono una calamità, per qualcun altro, in particolare per gli ambientalisti, animali che pagano colpe non proprie, ma dell’uomo, che li ha trapiantati in un habitat a loro poco congeniale.

Comunque la si pensi, il problema nutrie c’è ed è reale. Ci sono comuni che sono andati in causa, anche nel Casalasco, dove basterebbe pensare al caso di Piadena, rispetto ad enti superiori che avevano vietato l’abbattimento della specie, e ci sono esempi, arrivati in questo caso da Casalmaggiore, di nutrie che, al di là del danno causato alle coltivazioni, hanno messo pure ko una strada secondaria, di campagna, tra la frazione casalese di Valle e quella sabbionetana di Villa Pasquali, a causa degli scavi eccessivi.

Quello che però pochi ricordano è che proprio da Casalmaggiore, dalla frazione di Roncadello per la precisione, la soluzione sarebbe anche arrivata. All’epoca del Governo Monti, tra ottobre e novembre 2012, il senatore casalese Giacinto Boldrini presentò infatti in Commissione Agricoltura un disegno di legge che avrebbe potuto risolvere il problema. Una proposta, peraltro, accettata praticamente all’unanimità dal consesso, ma poi annullata dalla caduta del Governo… “Venne accettata” spiega l’ex senatore “da tutte le forze politiche in Commissione Agricoltura e anche dall’allora Ministro Catania: dunque il disegno di legge passò al Senato, ma mancava ancora il passaggio alla Camera che, con la fine della legislatura, non arrivò mai”.

In cosa consisteva l’idea del senatore casalese? L’intenzione era quella di disseminare nelle zone sensibili, dunque in corrispondenza di argini e campagne, esche sterilizzanti che, evitando soluzioni cruente come l’abbattimento della specie, avrebbe di fatto ridotto notevolmente la colonia delle nutrie in Italia. Anche perché questo animale ha un’età media di tre anni, dunque nel giro di un lustro appena i risultati sarebbero subito stati evidenti.

Ma quella proposta giace ora in un cassetto romano: possibile che nessuno, pensando all’emergenza che ogni tanto ritorna nelle nostre campagne, abbia più deciso di riaprirlo? Nel mentre Boldrini fa presente di essere in contatto con Regione Lombardia. “A giorni sentirò l’assessore all’Agricoltura del Pirellone Gianni Fava, col quale ci siamo ripromessi di discutere a breve. Oltre alla proposta sulla sterilizzazione delle nutrie, parleremo anche di pioppicultura, a mio avviso una grossa opportunità anche occupazionale per la nostra zona Oglio-Po. E’ chiaro che il passaggio in Regione servirebbe poi a sollecitare Roma e il Governo Centrale a riprendere in mano quel disegno di legge al momento accantonato. Con la spinta di Regione Lombardia la nostra richiesta avrebbe più forza”.

Giovanni Gardani

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