Cronaca

L’estremo saluto al
gigante buono: “Bozzolo
sua seconda casa”

Nella foto, l’ex sindaco Mussini ricorda il defunto

BOZZOLO – Non solo gli amici africani ma anche tanti bozzolesi hanno partecipato ai funerali di Johnson Manut Tur Thew (nella foto sotto) il sudanese 55enne deceduto giovedì 9 gennaio, travolto da un’automobile a Casalmaggiore, in via Fermi. Il rito è stato officiato sabato pomeriggio nella chiesa di San Pietro a Bozzolo, da don Gianni Macalli affiancato da don Elio Culpo della comunità Piccola Betania. “Alla moglie Rebecca – stretta tra due amiche nel primo banco -, e ai due bambini gemelli manifesto l’invito a sentirvi come a casa vostra perchè Johnson era di casa qui e a Bozzolo aveva trovato la sua seconda famiglia”.

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Nessuno dimenticherà quel sorriso smagliante, così ben riflesso nella foto appoggiata sulla bara, quell’espressione sempre positiva con la quale incontrandoti ti chiedeva  sempre: “Tutto bene?”. Un saluto che voleva essere anche un augurio e un auspicio verso gli altri da parte di un uomo che aveva dovuto scappare da una guerra fratricida nel suo paese d’origine.

Il parroco prima che si formasse il corteo per il cimitero ha ringraziato le famiglie, una in particolare, per il senso di fratellanza e di generosità per aver accolto e aiutato quel profugo proveniente dal Sudan. Dopo l’omelia e prima della benedizione finale è salito all’altare l’ex sindaco bozzolese Giorgio Mussini, che dal microfono ha ricordato l’affetto suo e della sua famiglia condiviso da una persona che aveva conosciuto la straziante sofferenza di una terra lontana. “Adesso sei approdato nell’ineffabile luce del Signore e li potrai trovare la gioia di passi spediti rassicurando noi quaggiù col tuo ‘Sì, tutto bene'”.

Molto commovente anche il messaggio letto da un connazionale: “Johnson, chiamami con quel telefonino che mi volevi regalare per Natale. Ti risponderò, ti risponderemo tutti. Che cos’è questa morte? Noi sappiamo che dove c’è sofferenza Dio è presente. Che dire ai due piccoli fiori appena sbocciati e alla loro mamma? Ora siete voi in prima fila, nella vita come in guerra. Johnson se ne è andato, non c’è più in quella trincea dove adesso state voi. Se questa è la fine può essere anche un inizio della vostra vita per capire se c’è un senso a tutto questo. Dobbiamo dirti addio? No, solo un arrivederci da tutti noi. Johnson!”.

Entrambi gli interventi sono stati salutati da scroscianti applausi. Mentre durante tutta la funzione, filmata interamente da una conoscente africana, la moglie aveva mantenuto un dignitoso contegno, appena fuori dalla chiesa è crollata sopraffatta da un pianto disperato mentre il carro funebre seguito dalle automobili partiva lentamente sotto la pioggia verso il cimitero.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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