Cronaca

Torre d’Oglio, ponte
a fondo: l’accusa ora
arriva da Nonsoloverdi

Nella foto, il ponte di Torre d’Oglio chiuso

VIADANA – Mentre i lavori per il recupero delle chiatte affondate del ponte di barche di Torre d’Oglio proseguono con alcuni intoppi, fa sentire la propria preoccupazione e soprattutto la propria rabbia il gruppo “Nonsoloverdi” di Viadana, il cui referente è Luigi Gardini.

“Esprimiamo la nostra ferma indignazione” si legge nel comunicato “per l’ennesima interruzione del Ponte di Torre d’Oglio causata dall’affondo di alcune chiatte avvenuto durante la notte di Santo Stefano. Il Ponte rimasto chiuso per diverse settimane durante l’ultima estate a causa della scarsità di acqua ora invece dovrà rimanere interrotto a tempo indeterminato, vista l’attuale situazione, per una modesta piena che in modo alquanto misterioso lo ha reso inservibile.

Chiediamo innanzitutto che vengano accertate dalle autorità competenti le responsabilità di tale disastro che causa l’interruzione di un pubblico servizio, visto che sulla stampa si legge  che proprio “pochi giorni fa erano terminati alcuni lavori di manutenzione al ponte, eseguiti dalla Provincia…” inoltre viene riportato “…della dinamica dell’evento, che non ha avuto testimoni, essendo accaduto di notte.” Ma questo corrisponde al vero? Il ponte dovrebbe essere sorvegliato giorno e notte da personale nominato dalla provincia. Se realmente è stata fatta una recente manutenzione come mai questo affondo improvviso, chi è il responsabile di tale controllo? La dinamica di quanto accaduto ha troppi punti oscuri”.

Secondo il gruppo “Nonsoloverdi” il ponte sta divenendo un’opera di fatto inutile. Un’infrastruttura senza senso, che questo è il modo in cui viene mantenuto. “Se poi facciamo una valutazione più approfondita della situazione” prosegue il comunicato “ci rendiamo conto che il tempo passa ed ormai non si contano più i giorni nei quali il ponte in chiatte di Torre d’Oglio a San Matteo è chiuso al traffico. Il progetto di modifica della struttura realizzato alcuni anni fa si è dimostrato sbagliato, costosissimo, voluto senza se e senza ma dai vertici di un’amministrazione provinciale miope che se ne è completamente infischiata del volere popolare e delle migliaia di firme raccolte da gente comune a difesa del vecchio manufatto. Va ricordato soprattutto l’impegno del Prof. Umberto Chiarini che ha speso tutte le su energie insieme alla popolazione locale, per salvare il manufatto originario, con motivazioni serie, che nel tempo si è sempre dimostrato particolarmente efficiente e funzionale”.

L’accusa alle amministrazioni provinciali prosegue, ricordando anche errori, secondo il gruppo, del doppio mandato di Maurizio Fontanili, che ha preceduto Alessandro Pastacci nel ruolo di presidente della Provincia. “Il nostro movimento già nel 2006 aveva previsto tutti questi guai pagati a caro prezzo. Va ricordato che, la nostra consigliera provinciale, Mara Mori per due anni, due anni prima della raccolta firme scattate quando il piano era stato approvato, ha combattuto contro l’amministrazione votando contro il piano delle opere proprio per la ristrutturazione del ponte, intervenendo nei consigli provinciali, con le associazioni, con il parco Oglio Sud, organizzato incontri pubblici a San Matteo e a Cesole, allertato il FAI nazionale, che inserì il ponte nelle “opere del cuore”, tutte azioni inascoltate da chi ha deciso, ma che hanno portato alla conoscenza del problema.

Se si fosse mantenuta la vecchia struttura sicuramente non saremmo incorsi in tutte queste sventure ed ora si vorrebbero spendere ancora diverse centinaia di migliaia di Euro per sostituire i barconi in metallo e tentare di salvare il salvabile per coprire gli errori fatti, ma chi può ancora avere fiducia in chi vuole prendere queste decisioni?”

L’accusa ritorna poi attualizzata. “Questo capolavoro dell’ingegneria moderna tuttavia ha nomi e cognomi. I vertici della Provincia hanno voluto e deciso di ristrutturare il ponte. Vi è chi ha fatto e firmato il progetto e vi sono sicuramente una, o più, ditte che hanno realizzato l’opera. Chiediamo che non venga ancora sciupato denaro pubblico. Siamo stanchi di pagare per gli errori altrui. Chiediamo che chi ha sbagliato paghi, che il ponte venga messo in sicurezza e che venga sorvegliato in maniera adeguata e che se la scelta dell’attracco unico continua a dimostrarsi insostenibile venga presa in considerazione anche il ripristino della vecchia modalità dei diversi attracchi”.

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