Cronaca

La lettera di Natale
del missionario
fra Paolo Boldrini

Nella foto, fra Paolo nella sua missione africana (foto Vita Cattolica)

Tra le lettere di Natale che ognuno di noi, materialmente o idealmente, ha scritto augurando per sé e per gli altri un futuro migliore, ce n’è una che viene da molto lontano, ma in fondo anche vicino, perché a scriverla è stato un frate di una missione in Tanzania di origine viadanese, fra Paolo Boldrini, ed è stata pubblicata sul sito della Diocesi di Cremona.

I legami di fra Paolo e Viadana non si sono mai interrotti, tanto che lo scorso marzo la parrocchia di San Pietro organizzò una cena benefica per devolvere il ricavato alla sua missione. Una breve biografia: Paolo Boldrini, nome di battesimo Marino, è frate dal 1975 e diacono dal 1981. Ha frequentato le scuole dei francescani sul lago di Garda e a Brescia. Poi è entrato a far parte di un gruppo di cappuccini desideroso di vivere radicalmente la regola di Francesco: nessuna proprietà, niente scarpe e via dicendo. Seguono gli studi di Teologia a Napoli, il difficile impegno a Palermo e Corleone e infine la richiesta dei superiori di andare missionario in Tanzania. Nel villaggio di Pomerini lo accolgono due sacerdoti e due frati. Dopo l‘insegnamento nelle scuole, oggi fra Paolo opera per una ONG, la “Associazione per lo sviluppo della provincia di Kilolo”, che si occupa di istruzione, ambiente, lavoro e salute. Appartiene all’ordine dei frati minimi rinnovati, e un altro suo impegno è nella formazione dei catechisti, nella predicazione di esercizi spirituali e nell’educazione cristiana dei ragazzi, in un ambiente di confessione preminentemente luterana.

Tornando alla lettera di Natale, rappresenta un’intensa testimonianza che fra Paolo indirizza a Maria, madre speciale di un figlio speciale, raccontandole alcuni dei suoi tanti figli speciali.

Ecco il testo:

 

Carissima Maria di Nazaret, beata te mamma del Figlio Unico!

Lo so che non è stato sempre facile gestire questo Figlio Unico certamente fuori del normale, ma almeno era Unico! Io qua non so da chi cominciare:

Clementina, che ha già compiuto i 5 anni anche se ne dimostra 3, è all’ospedale con la polmonite, basterebbe un buon pediatra, farmaci efficaci e soprattutto non avere l’HIV… invece la mia Clementina ha l’HIV, il pediatra sta finendo di studiare… e i farmaci sono tutti da pagare perchè ha già compiuto i 5 anni.

Steven che ha poco più di 12 anni non so dove abbia dormito stanotte, lui è un tipo un po’ selvaggio, ma non è stupido, anzi… senza pensarci troppo ha lasciato la scuola, si è fatto due conti e ha capito che invece di andare a scuola a prendere legnate, le legnate era meglio che fosse lui a darle alle mucche, così spesso devo andare a cercarlo in qualche pascolo.

Shedi invece non molla… per lui sarà il terzo anno che frequenta la prima elementare, però lui almeno gli antiretrovirali li prende con continuità, e non come Samuele, 18 anni con un bel fisico e con un diploma di meccanico fresco fresco:  cerco di fargli capire che non è che io non creda ai miracoli, però i risultati sono troppo evidenti, continua ad essere sieropositivo e quindi non può permettersi di sospendere la cura, chissà se riuscirò a convincerlo, certo non sarà un’impresa facile.

Sto pensando poi come farò ad organizzare il viaggio a Dar Es Salaam per portare Kulwa che deve fare una protesi alla gamba. Adesso ha 9 nove anni, un paio di anni fa è rimasto intrappolato per alcune ore sotto un tronco e alla fine i dottori hanno pensato bene che era meglio buttare la gamba… assieme a lui mi porterò anche Bettina che è nata con una malformazione e anche a lei dovranno aggiungere un pezzo di gamba. Safina invece ha una deformazione facciale, e per fare una tac dobbiamo portare anche lei a Dar, un bel viaggetto di 500 Km all’andata e altrettanti al ritorno, ma il problema è dove andare a dormire e mangiare senza spendere un patrimonio!

Nonostante tutto sto pensando di portare anche Fanueli, lui non è più molto giovane, ma mi crea più preoccupazioni degli altri perchè ha perso entrambi le mani, e quindi può fare ben poco da solo e debbo sempre essergli vicino: non può mangiare da solo e vestirsi, lavarsi, andare al bagno sono tutte operazioni che gli sono diventate estremamente complicate. Non chiedermi com’è che è diventato così: lui ha la sua versione, ma, insomma se lui, o se quelli che stavano con lui, avessero assomigliato di più al tuo Figlio Unico, non sarebbe in queste condizioni… non un incidente ma un eccesso di umanità… meno male che Steven, il selvaggio, si sta prendendo cura di lui.

Non so più invece dove è andato a finire Wile, l’ultima volta l’ho visto con il gruppo della guardia carceraria che organizza giochi d’azzardo e spaccio di stupefacenti. Meno male che Lusi mi dà buone speranze di riuscita all’Università, il problema sono le tasse scolastiche, i libri, i costi del viaggio per andare e tornare dall’Università, proprio per questo sono più di due anni che non la vedo, però mi assicura che gli esami vanno bene, è una bella fatica mantenerla però è anche una bella soddisfazione.

Quella che invece mi fa atrocemente soffrire è Patrizia, in realtà per lei provo solo compassione, chi mi fa soffrire in realtà è il suo maestro che dopo averla violentata l’ha fatta anche abortire al sesto mese. Ormai eravamo convinti di perdere anche lei, ma per stavolta ce l’ha fatta. E qua mi vengono in mente quelli che non ce l’hanno fatta: Evelina che a due anni è morta con un presunto e rapido tumore al cervello, Maria che a quattro anni ci ha lasciato per malnutrizione, a poco è servito l’ultimo ricovero all’ospedale, e Deus un ragazzo di vent’anni che sembrava un quattordicenne, anche a causa dell’HIV contagiata alla nascita, ho cercato in ogni modo di dargli speranza e motivi per vivere dandogli amicizia e la possibilità di continuare gli studi, ma lui alla fine ha preferito lasciarsi andare e così senza curarsi e dandosi all’alcool si è consumato fino a spegnersi.

Beata te, mamma del Figlio Unico!

Ma dopo averti raccontato un po’ di alcuni dei miei figli vorrei chiederti una grazia, so che molti lo fanno, vorrei chiederti la grazia di poter guardare ognuno di loro con lo stesso sguardo e la stessa tenerezza con cui tu guardavi il tuo Figlio Unico,  vorrei chiederti la grazia di potermi prendere cura di ognuno di loro con lo stesso amore con cui tu ti sei presa cura del tuo Figlio Unico, per il resto ci penserà il tuo Figlio Unico, ma questa grazia la chiedo a te Madre dei Viventi!

Fra Paolo Boldrini

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