Sport

Raid Costa Rica,
Laura Scaravonati forfait:
“Bello comunque”

Nella foto Laura Scaravonati e i FreeMind impegnati nel tratto di Mountain Bike in Costa Rica (foto Berger)

Non ce l’ha fatta Laura Scaravonati, la 35enne casalese pluricampionessa italiana di mountain bike orienteering, a completare il suo primo Raid Adventure Race, che a partire da lunedì 2 dicembre l’ha vista impegnata in Costa Rica nel campionato del mondo di categoria.

Assieme al team FreeMind, composto, oltre che da Laura (la presenza di una donna era obbligatoria da regolamento), anche da Giuseppe Scotti, Mario Ruggiero e Andrea Villa, la casalese si è fermato all’incirca dopo 500 km degli 800 previsti per completare la prova. I FreeMind non si sono arresi alla fatica, bensì al cronometro, nel senso che la prova di Raid, per essere considerata valida, doveva essere completata entro nove giorni dalla partenza.

Il cancello orario ha però sorpreso i FreeMind ancora indietro rispetto all’arrivo del percorso, così il gruppo è stato recuperato e riaccompagnato al traguardo: mancavano ancora sette tappe da completare, tra le quali mountain bike, kayak, rafting e trekking. A vincere è stato il team svedese dei Thule Adventure in 168 ore e 23 minuti, seguiti dagli spagnoli Columbia Vidaraid (171 ore e 25 minuti) e dagli inglesi Adidas Terrex Prunesco (176 ore e 1 minuto). Il tempo dei FreeMind è stato comunque registrato, perché il gruppo è stato classificato nella graduatoria “Short”, riservata a chi non ha completato tutti e 14 gli step previsti dal percorso ma non si è comunque ritirato per problemi fisici, infortuni o altre motivazioni slegate dal cronometro: in totale i FreeMind hanno chiuso 9 step su 14 (due di questi dopo il tempo limite) in 192 ore e 55 minuti.

Per Laura è stata comunque una bella esperienza, come lei stessa afferma su Facebook. Era infatti al suo primo Raid in assoluto: “Trovo solo ora la forza di scrivervi, sono esausta” spiega l’atleta del Corpo Forestale dello Stato dal profilo personale del Social Network “. Voglio davvero ringraziarvi di cuore per averci seguito e tifato per noi, è stata un’esperienza al limite che ha messo a dura prova la resistenza fisica, mentale e soprattutto la sfera delle emozioni. Non abbiamo passato l’ultimo cancello e in 8 giorni non stop abbiamo percorso circa 500 km con 10000 m di dislivello. Sono passata da momenti di esaltazione al pianto, dal mal di montagna a quota 3800 m alla congestione, dalle vesciche ai piedi allo sbandamento in bici per mancanza di sonno. Ricorderò a lungo questa avventura e ogni volta che si corre in squadra non bisogna dimenticare che si vince insieme, si perde insieme”.

Giovanni Gardani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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