Politica

Bozzolo, battaglia
sui conti in
consiglio comunale

Nella foto (GoogleMaps), il municipio di Bozzolo

Continua la battaglia a Bozzolo riguardo la consistenza o meno di riserve economiche nelle casse comunali. Il sindaco Anna Compagnoni, durante il consiglio comunale di mercoledì sera, ha ribadito l’esistenza di un milione di euro contraddetta energicamente dalle minoranze di centrosinistra. In particolare Giuseppe Valentini e Giovanni Bettoni insieme ad Ermanno Maioli hanno irriso l’amministrazione dicendo che si tratta di soldi non spendibili mentre a disposizione ci sarebbero solamente un’ottantina di euro.

E si è dovuto ricorrere all’intervento della ragioniera comunale Elisabetta Castelletti per spiegare la differenza tecnica tra fondo di cassa e fondo di riserva. Questo non ha impedito che la bufera si scatenasse nuovamente in aula con lo scambio di negligenze e mancanze rivolte vicendevolmente in maniera assai energica. Il via lo ha dato il sindaco dicendo che quel famoso volantino conteneva vomitevoli falsità in grado di provocare soltanto allarmismo tra le famiglie insistendo nel dire che il Comune era in grado di far fronte a qualsiasi emergenza.

Al che l’opposizione ha chiesto come avrebbero fatto ad erigere il piano neve in caso di necessità ricevendo la risposta rassicuratrice dell’assessore Lungarotti. Da qui il via alla riesumazione di antiche questioni addebitabili alla precedente amministrazione come le case popolari con un costo annuale di mutui corrispondenti a 50mila euro contrapposti ad un introito di soli 18 mila di affitto. A cui la minoranza ha risposto con la questione del consultorio sanitario per la cui realizzazione di euro ne sarebbero costati addirittura centomila al metro. E poi ancora la chiusura della piazzola ecologica che Valentini & C. davano per certa, secondo quanto detto dalla Compagnoni in aula che invece adesso viene limitata ad un periodo, necessario alla sua messa a norma.

Non poteva mancare la polemica circa l’ascensore del Giudice di Pace fermo da due anni. “Come è possibile che nel progetto non si fosse potuto prevedere ogni dettaglio?” è stato chiesto. “Abbiamo atteso che un ingegnere di Verona ci dicesse cosa fare per regolare il fine corsa dell’elevatore senza rompere il soffitto. Dopo un anno di vana attesa abbiamo dato l’incarico ad un altro professionista. Ma c’è di mezzo anche la Sovrintendenza alle Belle Arti che dà il suo parere solo ad ascensore funzionante” è stata la risposta.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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