Impianto a biomasse
rimbalzo di competenze
tra due Ministeri
Nella foto, l’impianto a biomasse in costruzione a Gussola
Un rimbalzo di competenze tra il Ministero dello Sviluppo Economico (che dal 2008 comprende le Attività Produttive) e quello dell’Ambiente rischia di tenere in scacco più a lungo del previsto l’atteso pronunciamento di accoglimento o rigetto del ricorso presentato da due cittadini gussolesi in merito alla costruzione dell’impianto a biomasse di Gussola.
“I due Ministeri coinvolti stanno discutendo per capire chi dei due abbia competenza specifica in materia”: spiega l’avvocato difensore dei gussolesi ricorsi, Paolo Antonini. La sentenza subirà dunque ulteriori ritardi: il 21 marzo scorso erano scaduti i termini per la presentazione delle momorie difensive e dal giorno successivo sarebbe potuta arrivare la tanto attesa notizia. Ma la comunicazione ministeriale relativa alla discussione sulla competenza del caso dilaterà nuovamente i tempi, mentre a Gussola “i lavori di costruzione della centrale proseguono – spiega Antonini – e c’è il rischio che la sentenza arrivi quando ormai l’impianto sarà ultimato”.
La vicenda ebbe inizio nel marzo 2012, mese in cui l’amministrazione provinciale di Cremona autorizzò la costruzione della centrale a biomasse di Gussola, originando proteste da parte della cittadinanza e di due cittadini nello specifico, le cui abitazioni confinano con il terreno della centrale. I due, difesi appunto dall’avvocato Antonini, arrivarono ad appellarsi con un ricorso straordinario al capo dello Stato per una serie di motivazioni: la scarsa distanza della struttura dai caseggiati, la mancanza di una regolamentazione del traffico in uscita dalla centrale, l’utilizzo di struvite.
Ma mentre a Roma si discute, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Brescia (NOE), ha posto sotto sequestro diversi impianti che producono energia alternativa, da ultimo quello di Gadesco Pieve Delmona, nel territorio cremonese. Operazioni volte a valutare l’impatto ambientale delle centrali e a verificare le reali potenze specifiche dei motori installati. Un’indagine che potrebbe riguardare anche il nascente impianto di Gussola: “Tutta la struttura organizzativa pare sovradimensionata per una potenza che dovrebbe essere inferiore al Megawatt, ovvero il limite consentito”, chiosa l’avvocato Antonini.
Simone Arrighi
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