Cronaca

“Mi ha puntato
la pistola contro. Ero
paralizzata dal terrore”

Nella foto, la cartoleria-tabaccheria rapinata

Adesso sta meglio Gerarda Giamei, la donna rapinata nella sua cartoleria-tabaccheria in centro a Casalbellotto venerdì sera. Pochi minuti dopo il grande choc subito, è stata trasferita, su consiglio pressante dei carabinieri di Casalmaggiore, all’ospedale Oglio Po. “Mi si era alzata la pressione e non riuscivo a calmarmi: mi hanno fatto un elettrocardiogramma” racconta la donna “e mi hanno dato qualche goccia. Ma anche oggi (sabato, ndr) dovrò andare dal medico. Quando questi episodi si ripetono – ed è già il terzo furto o rapina che subisco – non ti calmi, anzi la situazione peggiora. Perché, anziché abituarti, hai sempre più paura”.

Ricorda quasi tutto ora, Gerarda, e racconta, come fosse uno sfogo, come per liberarsi di un peso. “Ero in cucina (la casa della cartolaia comunica con la cartoleria stessa tramite una porta a vetri, ndr) e ho sentito il campanello suonare: ogni volta che qualcuno entra o esce si sente questo avviso sonoro. Il tempo di rientrare e ho visto questo ragazzo che aveva già aperto tutti i cassetti dietro il banco e stava frugando. Ho avuto solo la forza di dirgli: “Cosa stai facendo?” e lui mi ha puntato una pistola contro”. A questo punto Gerarda, in preda a choc emotivo, sembra non riuscire nemmeno più a sentire nulla.

“La mia nipotina, di 11 anni, mi ha poi riferito che il ragazzo, che era coperto da una sciarpa o forse da un passamontagna, mi ha detto “Vada dentro”. Io sono rimasta impietrita e non ho udito nessuna parola, mi devo fidare della mia nipotina. Io ho pensato a proteggere lei: le ho detto di stare in cucina e non uscire. Lei ha visto la pistola, ma in cartoleria non è mai entrata per fortuna. Poi il ragazzo ha rubato quello che ha potuto ed è scappato. Non ho nemmeno compreso se il suo accento fosse italiano o straniero, purtroppo. Ero letteralmente paralizzata dal terrore, e praticamente sorda”. Gerarda, aiutata dalla sorella Anna nella mattinata di sabato sul lavoro, spiega che il bottino totale è di quasi 350 euro.

“Inizialmente pensavamo avesse rubato solo il fondo cassa, che va dai 150 ai 200 euro. In realtà ci siamo poi accorti che il rapinatore s’è portato via anche ricariche telefoniche di vari tagli per un totale di 150 euro. Ha lasciato, stranamente, le sigarette. In passato rubavano soprattutto quelle”. Ai carabinieri che hanno chiesto a Gerarda se la pistola avesse un segno rosso, che avrebbe indicato che si trattava di una pistola giocattolo, la donna non ha saputo rispondere: “Ripeto, ero sotto choc, non capivo più nulla. Pensi che ho bevuto un po’ di camomilla ma me la sono rovesciata tutta addosso, perché continuavo a tremare. Lo spavento, poi, era soprattutto per la mia nipotina: ha solo 11 anni, come può comprendere queste brutte cose?”.

Un ultimo particolare lo rende noto la sorella Anna. “Secondo me ci hanno curato: hanno aspettato infatti che uscissero tutti i nostri figli e nipoti, che sono rimasti fino a pochi minuti alle 19”. E proprio alle 19 s’è compiuto il misfatto.

Giovanni Gardani

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