Ruba 50 paia di
calze fallate, ma lascia
due quadri d’autore
Immagine di repertorio
Cinquanta paia di calze rubate dentro la vettura davanti all’abitazione del proprietario. E’ accaduto nella notte tra domenica e lunedì, ma stavolta ad essere beffato è stato il ladro. Dopo una serie di numerosissimi episodi in cui i malviventi si sono sbizzarriti a recare danno alle persone oneste, questa volta la situazione si è ribaltata restituendo soddisfazione a colui che era destinato a subire il danno e che adesso se la ride del “povero” ladro rimasto con un pugno di mosche in mano.
Certo non si è ancora arrivati a scoprire chi di notte va in giro a spiare dentro le auto in sosta mettendo le mani sulle cose che gli suscitano istinto di appropriazione indebita ma perlomeno vi è la certezza che quest’ultimo, nel caso specifico che racconteremo, ben poco potrà ricavare da ciò che ha asportato.
Sul sedile anteriore dell’automobile presa di mira, in via Guerrazzi a Casalmaggiore, il proprietario aveva lasciato in bella vista un cartone di calze da donna nuove e ancora perfettamente confezionate, recanti il marchio della famosissima fabbrica mantovana “Pompea”. L’avido malvivente non c’avrà pensato due volte ad aprire la portiera e a caricarsi sulle spalle il contenuto, magari pensando già di accontentare un buon numero di amiche regalando loro tutte quelle calze nuove di zecca, oppure immaginando di precipitarsi dal solito ricettatore di fiducia per realizzare un adeguato guadagno. Senza sapere che in entrambi i casi avrebbe realizzato una magra figura perché tutte le calze contenute nel cartone (48 paia per la precisione) facevano parte di una partita destinata alla discarica perché recante ognuna un difetto non visibile attraverso la busta ma destinato a evidenziarsi non appena l’acquirente le avesse indossate.
E’ proprio il caso di dire che qualche volta le famose e classiche citazioni “Chi la fa l’aspetti” e “Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” si avverano. Anche perché – e questo non è un particolare trascurabile – sulla stessa auto, celate sotto mucchi di giornali e riviste, vi erano due tele d’autore con cornice e tre pesanti sacchetti di prezioso rame destinati alle officine meccaniche.
Rosario Pisani
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