Politica

Fuoco amico sul Pd
di Viadana: “E’ a forte
rischio ‘ndrangheta”

Il Partito Democratico di Viadana a rischio ‘ndrangheta: la bomba esplode dall’alto e il fuoco sembra essere amico. Un clamoroso e choccante documento, che reca la firma in calce anche del vicesegretario provinciale Luca Odini e di Fiorenza Brioni, ex sindaco di Mantova, lancia l’allarme.

A Viadana, si dice nel documento, vi sarebbero iscritti al partito collegati con ambienti delle cosche calabresi: un sospetto, certo, e per questo si usa il condizionale, ma al contempo un pensiero pesantissimo che rischia di minare gli equilibri già fragili tra le due anime del Pd viadanese, che consta di 160 iscritti.

L’accusa dunque arriva dal capoluogo, ma arriva dallo stesso Pd, motivo per cui non si può pensare a una mossa politica o da campagna elettorale. “Il Pd, secondo il giudizio di molti esponenti, non risulta esente dal rischio di avere tra i propri iscritti persone collegabili con ambienti ’ndranghetisti”: queste le testuali parole del documento, che è stato spedito anche agli organi di garanzia regionali e nazionali del Pd (il documento è finito anche sulla scrivania di Luigi Berlinguer).

Lo scritto, redatto al termine della convenzione del Pd di Mantova, sembra avere in realtà origini più radicate: parte tutto da un esposto, mai pubblicato, su presunti brogli nel voto dello scorso 27 ottobre, con 2589 iscritti al Pd che avevano partecipato per eleggere il nuovo segretario a livello provinciale. In questo documento si parla di presunte irregolarità, per restare al comprensorio, tra Dosolo e Bozzolo, ma i comuni mantovano coinvolti nel “pasticciaccio” sarebbero ben sei. Non solo, si parla di aumento incredibile di iscritti nei circoli di Viadana centro e di Marcaria, oltre che di Curtatone. Un aumento definito sospetto. “Una grave situazione si presenta nel Comune di Viadana” sta scritto nel comunicato “che secondo dati pubblici e approfondimenti giudiziari in corso, è terra d’insediamento radicato della ’ndragheta. Una presenza ormai conclamata in grado di determinare esiti elettorali e carriere politiche”. “Esprimiamo una forte preoccupazione” si legge poi “per possibili interferenze utili a orientare il voto, al di là della buona fede e delle dirittura morale dei candidati”.

Fabrizio Nizzoli del Pd di Viadana, nel mentre, ha replicato duramente alle accuse. “Sono voci che circolano da tempo ma che sono assolutamente false e generate solo per il gusto di calunniare. Queste accuse sono una cosa pazzesca, fuori da qualsiasi logica”. Ma il segretario non si ferma qui. “Non essendoci prove ma solo sospetti, preannunciamo sin d’ora un ricorso alla Procura della Repubblica e abbiamo intenzione di presentare anche una querele di parte per gravissime dichiarazioni diffamatorie”.

E venerdì sera, in questo clima avvelenato, è in programma la riunione dell’assemblea provinciale del Pd di Mantova: ci sarà anche una rappresentanza di Viadana. Difficile pensare che possa essere il primo passo verso la pace, dopo un’accusa del genere.

Giovanni Gardani

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