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“Arbitro aggredito?
Macché, ora lo denuncio
per diffamazione”

Nella foto, un cartellino rosso ed un match della Casalese

“Quanto scritto su quel referto è pura follia: contatterò la Federazione Emilia Romagna e, se non ritratteranno la questione, denuncerò l’arbitro per diffamazione”. Inizia così l’autodifesa di S. B., dirigente della Casalese Juniores squalificato per tre anni dai campi di gioco per avere cercato, secondo la ricostruzione del Giudice Sportivo (che si basa su quanto scritto dall’arbitro), di strozzare l’arbitro.

“A fine gara” spiega il dirigente biancazzurro “con il mister della squadra ci siamo avvicinati all’arbitro. E’ vero che mio figlio era appena stato espulso, ma abbiamo fatto notare che l’intera gestione della partita era stata a senso unico. A quel punto l’arbitro mi ha guardato e mi ha detto: “Lei stia zitto”. Poi è successo il cosiddetto fattaccio, ma non nei termini indicati dall’arbitro”.

Cosa è successo dunque? “Ho risposto male all’arbitro, questo è vero perché ero nervoso e gli ho detto: “Non taccio, dico quel c… che voglio”. Lui però mi ha fatto frontino, cercando quasi il corpo a corpo. A quel punto l’ho spinto via e, nel farlo, ho sfiorato con la mano il collo. Siamo stati divisi dal nostro mister poi è finita lì. Anzi, dirò di più. Dopo cinque minuti utili a sbollire la rabbia, sono andato dall’arbitro e gli ho chiesto scusa. Fine”.

La ricostruzione della giacchetta nera sembra di diverso tenore. “Infatti non capisco dove abbiamo scovato queste fandonie. Se avessi davvero agito in questo modo, cercando di strozzarlo e provocandogli colpi di tosse e problemi respiratori, come lui scrive, allora probabilmente sarebbe intervenuta un’ambulanza e sarebbero arrivati i carabinieri, non trovate? Invece tutto è finito lì, anzi i dirigenti della Fontanellatese mi hanno anche chiesto cosa fosse successo, perché non si erano accorti di nulla”.

Non solo. “Dopo che tutti i ragazzi si sono fatti la doccia, abbiamo partecipato al terzo tempo con un bel rinfresco: ed ero presente anche io. Potete chiedere ai tanti testimoni che non ero affatto furioso. Della squalifica non mi interessa nulla, non sono né l’allenatore né un giocatore, quindi non chiedo che mi vengano tolti mesi o anni di squalifica. Chiedo però di non passare per l’orco di turno: se la Federazione non chiede scusa e non ritratta, denuncerò quell’arbitro per diffamazione”.

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