Economia

Bancari giovedì
in sciopero: riunione
alla biblioteca Mortara

Nella foto, i bancari riuniti in biblioteca a Casalmaggiore

Un centinaio di dipendenti bancari hanno “occupato” una sala della Biblioteca Civica di Casalmaggiore lunedì pomeriggio per illustrare le ragioni dello sciopero nazionale che si terrà giovedi 31 ottobre. Lo spazio del “Mortara” è stato richiesto per poter ospitare i numerosissimi partecipanti in rappresentanza di tutti gli Istituti presenti a Casalmaggiore, Cremona e zone limitrofe.

Martedì analogo incontro si svolgerà a Cremona nella sala Bonomelli del Centro Pastorale Diocesano. L’assemblea è stata organizzata dalle segreterie provinciali di Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cglc, Sinfub, Ugl e Uilca, per protestare contro la decisione dell’Abi (Associazione bancari italiani) di disdire il  contratto nazionale con dieci mesi di anticipo sulla scadenza naturale. “Con la disdetta, Abi distrugge un patrimonio di relazioni sindacali” è scritto nel comunicato “con l’esplicita intenzione di arrivare da parte delle banche ad una completa deregolamentazione del settore attraverso la cancellazione dell’attuale modello contrattuale del contratto nazionale e del fondo di solidarietà”.

I dipendenti bancari in sostanza dichiarano che l’Abi prova ad approfittare del momento di insicurezza che investe la società, le imprese e le famiglie per imporre le proprie soluzioni, scaricando i costi sulla fiscalità generale (cioè sui contribuenti italiani) e sui lavoratori  (cioè sui salari e occupazione). Tutto questo, secondo gli scioperanti, senza tralasciare l’incapacità del top management nel ricercare una nuova prospettiva strategica attraverso progetti industriali in grado di far crescere i ricavi, e le gravi responsabilità degli alti vertici aziendali sulla crescita esponenziale delle sofferenze.

“In una fase in cui occorrono coesione sociale e senso di responsabilità il settore bancario non accetta di fare la propria parte per lo sviluppo e per la crescita, disimpegnandosi da ogni ruolo e funzione produttiva per lucrare a spese dei più deboli”: questo in sintesi spiega il comunicato unitario distribuito dalle segreterie sindacali del settore.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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