Cronaca

Enel Rete Gas chiede
al comune casalese 12
milioni: c’è l’arbitrato

Comune di Casalmaggiore ed Enel Gas vanno infine in arbitrato. Una vicenda annosa, che ha costretto gli uffici comunali a far riaffiorare dagli archivi comunali incartamenti risalenti addirittura al 1972.

La sostanza, molto attuale, è che Enel Gas chiede al comune di Casalmaggiore la bellezza di 12 milioni e 401mila euro, quantificazione che, stante al documento pubblicato sull’albo pretorio del comune risalente al 17 settembre scorso, valuta il valore degli impianti di distribuzione gas attualmente attivi sul suolo comunale. Enel considera quegli impianti a devoluzione onerosa, ossia a spese del comune, mentre il comune stesso risponde che gli impianti erano già transitati, per effetto della stessa disciplina contrattuale, alla categoria degli impianti a devoluzione non onerosa. Per questo motivo, tra la valutazione degli uffici comunali e quella di Enel sulla rete di distribuzione gas, vige un rapporto di 1 a 6: in sostanza il comune aveva valutato gli impianti sei volte meno della valutazione di Enel.

Dall’archivio, tra le altre cose, riaffiora un documento del 15 maggio 1998, amministrazione Massimo Araldi, dove lo stesso sindaco, coadiuvato dal segretario, stipula una nuova convenzione con Casalasco Metano, società che ha in quel momento in esclusiva la distribuzione del gas sul suolo maggiorino. Dire Casalasco Metano significa dire Enel Rete Gas, per una serie di accorpamenti e cambi nominativo, che ha fatto passare la società nel corso degli anni da Tuga, E.On, 2iGas e infine Enel Rete Gas.

Enel Rete Gas chiede che siano risarcite tutte le opere eseguite durante il rapporto concessorio, nella misura, appunto di oltre 12 milioni di euro. Il comune ha risposto nominando come legale l’avvocato Alberto Salvadori di Brescia, che già aveva difeso l’amministrazione avanti il Tar di Brescia nell’altra controversia emersa in passato con Società E.On Rete (va sempre distinto il servizio di distribuzione, per il quale il comune ha facoltà di decidere a chi appaltare, e quello di vendita del gas, per il quale vige il libero mercato). Il comune investe in questa scelta legale 30mila euro: 3mila per pagare l’avvocato Salvadori, 7mila per l’incarico di arbitro conferito all’avvocato Maurizio Boifava (l’arbitrato prevede questa formula, oltre alla presenza di un avvocato ciascuno per le due parti in causa) e di 20mila per la procedura stessa di arbitrato. Ma la cifra è destinata a lievitare: basti pensare che il comune di Rivarolo Mantovano, per la stessa questione, ha dovuto spendere quasi 180mila euro. Difficilmente i costi vengono poi messi a carico soltanto della parte che perde la causa.

Il documento del 15 maggio 1998 parla di una convenzione tra comune e gestore della rete di distribuzione (Casalasco Metano) attiva dal 1972, ma effettivamente, ossia dall’inizio della distribuzione del gas metano, solo dal 1° gennaio 1975. Durata della convenzione: 29 anni, durante i quali la Società Casalasco Metano si sarebbe fatta carico della realizzazione di un totale di 82 chilometri di rete. Tuttavia le parti, proprio nel 1998, hanno concordato di comune accorto di ritenere risolta la stessa convenzione e di iniziarne una nuova, a causa dei molti cambiamenti al piano urbanistico cittadino, che impongono un ampliamento metrico della rete di distribuzione. Si parla di una concessione che dura fino alla fine del 2024, al termine della quale gli impianti di distribuzione del gas e le reti di distribuzione saranno acquisiti in proprietà comunale senza onere alcuno per il comune. Ma proprio qui sta l’inghippo: nel 2000 il legislatore stabilisce che gli affidamenti diretti senza gara devono cessare per legge entro cinque anni, poi prorogati. Dopo il 31 dicembre 2009 il contratto che doveva durare fino al 2024 non ha più validità. Per disposizione legge, dice il comune. Per rescissione unilaterale, risponde Enel Rete Gas.

Ora la situazione andrà in arbitrato: tempi lunghi, quelli previsti, ma almeno può essere la volta buona per fare chiarezza su un problema annoso. E decisamente oneroso…

Giovanni Gardani

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