Cronaca

“Basta vivere vicino alla
famiglia dell’assassino
di mio marito”

Nella foto, il luogo del delitto

E’ comprensibile il desiderio di una vedova di voler lasciare il comune in cui è stato ucciso il marito. Arduo sopratutto continuare a vivere nel medesimo condominio e addirittura sullo stesso pianerottolo dove abita la mamma dell’assassino.

“Non è certo facile vivere porta a porta con la famiglia dell’assassino di mio marito e del padre dei miei figli”. Così si sfogava martedì mattina in Municipio a Viadana la vedova di Antonio Luongo, il 37enne ucciso con una coltellata il 7 luglio scorso da Andrea Canteri, di 31 anni, davanti al condominio dove entrambi vivevano, a San Michele in Bosco, frazione di Marcaria.

La donna ha chiesto un colloquio col vicesindaco Dario Anzola. Stanca di rimanere nel paese dove soltanto tre mesi fa si è consumata la terribile tragedia, la vedova sta cercando di trovare una sistemazione da un’altra parte e per questo chiede aiuto alle istituzioni. Il balcone di casa sua combacia con quello della famiglia Canteri e se anche l’omicida non lo vede più perchè rinchiuso in carcere, ogni volta che si affaccia c’è la probabilità di incontrare il volto della madre dell’assassino sollevandole dentro moti di rabbia ed angoscia.

La vedova deve crescere tre figli minori di cui il più piccolo malato di diabete. Senza più il marito deve mantenerli da sola ed è priva di lavoro. Per questo desidererebbe trasferirsi a Viadana dove vivono la mamma e altri congiunti, e magari trovare un’occupazione. Dall’amministrazione comunale viadanese la donna spera di ricevere qualche soluzione, che a quanto riferisce non le è stata offerta dal comune di Marcaria.

L’omicidio scaturì da una serie di litigi e dispetti che i due vicini di casa si facevano da tempo. La gomma squarciata della moto di uno e la vendetta sui pneumatici dell’altro rappresentarono la scintilla che fece esplodere la tragedia con Luongo accoltellato da Canteri, attualmente in carcere in attesa di processo. A fine mese dovrebbero essere diffusi i risultati dell’autopsia sulla salma che dopo il funerale venne cremata.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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