Teleriscaldamento:
nuove mini reti
su suolo casalese
Nella foto, l’impianto a biomasse di Vicomoscano
L’impianto di teleriscaldamento alimentato da biocombustibile densificato di origine forestale e agricola che sorge nei pressi dell’ospedale Oglio Po di Vicomoscano e che consente di risparmiare parecchio sui costi della struttura, potrebbe non rimanere un caso isolato a Casalmaggiore. Lunedì infatti alle ore 21 è stata convocata presso il comune casalese la Commissione Urbanistica: oggetto dell’incontro la valutazione della proposta arrivata sul tavolo dalla Wood Technology Labs, la stessa ditta, con sede a Casalmaggiore, che ha già realizzato l’impianto dell’ospedale.
Parecchie le proposte: si parla, in particolare, di realizzare mini reti di riscaldamento (dette Tlr) in varie zone della città. Intanto si sta anche studiando un modo per non dissipare la produzione di calore in eccesso (l’ospedale Oglio Po assorbe molto meno di quanto viene prodotto) e le idee sono di costruire un impianto a cialde alimentato dalla centrale, di sfruttare il progetto di Bellaguarda pensato per le serre a portata di raggio, di sviluppare la rete in direzione Casalbellotto.
La vera novità, però, sta nello studio di fattibilità di un progetto di alimentazione termica per la casa di riposo Conte Carlo Busi, che a differenza dell’ospedale si trova in pieno centro abitato. “Per questo” spiega l’ingegnere di WTL Renzo Minelli “abbiamo chiesto al comune se sia possibile realizzare un nuovo impianto in zona, dove esistono pochi spazi liberi. Servirebbe un’area di 150 metri quadrati distante al massimo 4-500 metri dalla casa di riposo. Noi ci faremmo carico di costruire l’impianto e poi ci ripagheremmo vendendo il servizio: il guadagno per il comune o per le strutture che scelgono i nostri impianti va dal 20% al 25% rispetto alla spesa attuale per il riscaldamento, perché con queste mini reti si consuma solo quel che occorre alla singola persona”.
Al comune dunque viene richiesta un’area, per questo è stata convocata proprio la commissione Urbanistica. Non si esclude, anzi si suggerisce, la possibilità di piazzare la centrale più vicina alla Baslenga, per la precisione tra la scuola media Diotti e gli impianti sportivi, per potere poi ramificare i benefici del nuovo impianto anche al polo scolastico Marconi, all’Avis e alla palestra stessa e, in direzione opposta, al Museo Diotti, alle scuole medie e a Santa Chiara, oltre che al Busi, appunto.
Ma nel progetto la WTL parla anche di convertire i vecchi impianti a combustibile con questi impianti di nuova generazione. Le zone interessate? L’area industriale di via Galluzzi e via Volta, dove le utenze non mancherebbero tra industrie e negozi, e le serre di Caleffi in località Gambalone e di Bacchi a Cappella. In quest’ultimo caso la mini rete potrebbe addirittura arrivare alla scuola materna della frazione. Minelli va cauto. “Il progetto più avanzato è quello inerente al Busi. Certo, noi ci stiamo proponendo, anche perché la Regione Lombardia ha spiegato che per raggiungere entro il 2020 gli obiettivi energetici imposti da Kyoto in fatto di produzione elettrica basta un aumento del 10%, in fatto di calore, invece, dobbiamo incrementare del 400%. Capisco che le novità vengano accolte, a volte, con freddezza o scetticismo, ma il punto è che 1 kwatt di energia elettrica costa 100 euro, un kwatt di energia termica ne costa 10. Casalmaggiore può dare l’esempio”.
Giovanni Gardani
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