Cronaca

“Farina lombarda”:
panificatori a convegno
a Casalmaggiore

“Due mani che si aprono ed offrono una spiga” E, sopra, la scritta “Qualità per la vita”. E’ il simbolo della nuova “farina lombarda” che caratterizzerà i prodotti dei maestri panificatori. Il progetto viene presentato a tutti i panificatori (non solo a quelli iscritti alla Confcommercio) lunedì pomeriggio, alle 17, a Crema e a Casalmaggiore. Entrambe le riunioni sono in programma presso la sede della Confcommercio, a Casalmaggiore in via Cavour, a Crema in via del Commercio. Il progetto della farina lombarda – già stato sperimentato a Bergamo e che ora arriva anche a Cremona  – gode del patrocinio di Expo 2015 ha anche un testimonial d’eccezione, Gianfranco Vissani, chef d’eccezione impegnato a sostenere il “patrimonio agroalimentare italiano” e a promuovere una filiera corta e dalla qualità certificata. La stessa che garantisce questo nuovo prodotto voluto dai panificatori e che gode del sostegno delle associazioni agricole. E’ un progetto importante –  ha dichiarato in una recente intervista –  “per dare un segnale che la qualità della vita va scelta come marchio. il pane lombardo lancia un messaggio che spero sia seguito da altri”. Certo il produrre la materia prima nei nostri campi segna un cambiamento culturale importante. «Tutto è nato pensando all’Expo (che avrà come tema la nutrizione del pianeta) e dalla constatazione che in Italia 1’80% di grano per fare il pane viene importato dall’estero – spiega Roberto Capello, presidente dei panificatori lombardi dell’Aspan -: da Germania, Francia, Russia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada e Sudamerica. È però opportuno, soprattutto in tempi di, fare il lavoro qui. Ci abbiamo provato, ci siamo riusciti».

“Vogliamo avviare questo programma di filiera per creare un modello di economia territoriale –  spiegano Michele Quarantani e Andrea Badioni, presidente e vice del gruppo panificatori Confcommercio –  che, senza costi aggiuntivi per il consumatore, pur a fronte di maggior qualità,  , crea ricchezza e valorizza il territorio, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa. La “Farina lombarda” vuole portare una totale sovranità alimentare a difesa delle ormai grandi speculazioni sul grano, creare di posti di lavoro, aiutare il risparmio ambientale, assicurare un completo controllo della materia prima”. “Vogliamo porre l’attenzione sul valore dell’agricoltura e dei nostri maestri fornai, del cibo e del pane in particolare”, continuano Quarantani e Badioni che hanno già presentato il progetto al Consigliere regionale Carlo Malvezzi e ai vertici dell’Asl. “Il frumento, coltivato direttamente nel territorio provinciale o al massimo regionale –  rilancia Badioni -garantisce la produzione di farine di qualità superiori, perché a filiera interamente controllata. È con queste farine che vengono poi vendute ai panificatori, che si realizzano i nostri prodotti”.

“Produrre frumento per la panificazione – confermano i dirigenti della Confcommercio – è una scelta davvero impegnativa. C’è un protocollo rigidissimo che portiamo all’attenzione delle Associazioni agricole, che spazia dalla preparazione del terreno fino alla raccolta. Il prodotto, per poter essere stoccato con il marchio della “Qualità della vita” deve avere requisiti ben precisi. Senza dimenticare che si deve garantire la qualità senza un aumento dei costi per il consumatore finale. Vengono invece assicurati buoni margini per i coltivatori ai quali va riconosciuto un pagamento decisamente interessante, soprattutto se confrontato con i normali valori di mercato”. A Bergamo il progetto della “farina lombarda” ha conosciuto una rapida espansione. La coltivazione del  frumento per panificazione è iniziata nel 2011. In due anni la superficie dedicata è aumentata di sessanta volte, fino a raggiungere i seicento ettari. E’ auspicabile che anche Cremona e il suo territorio rispondano con la stessa convinta adesione al progetto. Anche perché i margini di crescita sono  enormi. Quanto è stato prodotto a Bergamo è servito per produrre il pane che, nella provincia orobica si consuma in una ventina di giorni.

Come ricorda il presidente di Aspan Roberto Capello “costituisce “il 5% della farina elaborata ogni anno dai fornai bergamaschi. Anche utilizzando quasi tutti i campi della regione non riusciremmo a soddisfare il consumo di tutta la popolazione lombarda per tutto l’anno”.  Cremona, e la Lombardia, insomma, si preparano all’Expo puntando con convinzione sulle eccellenze della  filiera gastronomica. Perché, come dice Vissani “Qualità della Vita è la cosa più Importante che abbiamo”

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