Cronaca

“Ho visto parole”
da Cingia a Cremona
una mostra di racconti

Nella foto, alcuni momenti del progetto “Timeslips”

Parole di una volta che scorrono su immagini del nostro tempo, un tempo giovane. È questo il cuore del progetto “Timeslips” che ha visto protagonisti gli ospiti del Nucleo Alzheimer della Fondazione “Elisabetta Germani” di Cingia de’ Botti e alcuni ragazzi che hanno frequentato il liceo artistico “Munari”. Il percorso, frutto dell’incontro tra la narrazione creativa e l’arte della fotografia, sarà illustrato ufficialmente sabato 21 settembre, alle ore 11, presso lo spazio espositivo di piazza Roma 25 a Cremona, dove si terrà l’inaugurazione della mostra di racconti e immagini intitolata “Ho visto parole”.

All’evento saranno presenti il presidente della Fondazione Riccardo Piccioni, il direttore generale Marina Generali e il Cda, affiancati dall’educatrice e danzaterapeuta Iris Dall’Aglio, che ha guidato il progetto, dai giovani fotografi coinvolti nell’esperienza e dalla coordinatrice del nucleo Carolina Bazzani. Porterà i saluti del Comune di Cremona l’assessore alle Politiche Sociali Luigi Amore. La mostra, visitabile sino al 30 settembre, sarà poi ospitata nell’atrio d’ingresso dell’Ospedale di Cremona dall’8 al 20 ottobre e, in novembre, sarà visitabile all’interno del “Germani”.

Sono stati una decina gli ospiti del Nucleo Alzheimer coinvolti nel laboratorio esperienziale tenuto dalla dott.ssa Dall’Aglio, con la partecipazione della coordinatrice Bazzani e dei dipendenti che da marzo a giugno hanno partecipato agli incontri “Timeslips” nati con l’intento di stimolare le persone affette da demenza a esprimere la propria creatività attraverso l’immaginazione per la costruzione di storie. Durante gli incontri, mentre gli anziani parlavano, raccontavano e condividevono i loro pensieri, i ragazzi hanno colto espressioni, gesti, sguardi e istanti significativi. I giovani fotografi coinvolti sono Roberta Pavel, Isidora De Camargo, Filippo Antonioli, Floriana Osio, Anna Lorenzi, Angelica Bonavita. Tutto ciò che ha contraddistinto il percorso di “Timeslips” – le immagini iniziali, le storie raccontate e le fotografie scattate dai ragazzi agli anziani – costituiscono ora il contenuto della mostra “Ho visto parole”.

“La narrazione è partita da uno stimolo iniziale, una fotografia, per poi decollare diventando racconto – evidenzia Iris Dall’Aglio -. Le storie, infatti, sono lo specchio di mondi interiori dati per persi, ma che resistono alla condizione di demenza, offrendoci sorprese quando emergono portando in superficie i valori, i gusti, i timori, le gioie, i ricordi, lo stile unico della persona. “Timeslips” si basa su un programma metodologico che ha come focus la stimolazione dell’immaginazione, piuttosto che insistere sul ricordo o sulle capacità cognitive quali il riconoscimento: proprio in questo consiste la sua unicità”.

Il progetto si è rivelato di grande spessore artistico e sociale, come evidenzia il direttore generale Marina Generali: “Uno degli aspetti qualificanti è stato l’approccio dei giovani nei confronti degli anziani con demenza attraverso un’esperienza intergenerazionale: dalle fotografie emerge lo sguardo delle nuove generazioni sulla vecchiaia e su una malattia, quale è l’Alzheimer, che fino ad ora ha costituito un tabù”. I ragazzi sono rimasti affascinati e stupiti, infatti, da anziani che pur non ricordando, hanno emozionato con le loro parole e i loro occhi. “L’altro dettaglio che emerge dalle immagini – prosegue Generali – è il senso di grande serenità manifestata dai protagonisti del progetto, che ha valorizzato le capacità ancora presenti nei partecipanti, quali l’espressione delle emozioni, delle sensazioni e la capacità di scelta, comunicati in un clima di libertà e accoglienza senza pregiudizio”.

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