“Il sacrificio di Visioli
in Somalia, inizia
a dare i primi frutti”
Nella foto, l’incontro in memoria di Rossano Visioli in auditorium a Casalmaggiore
“Il sacrificio di Rossano Visioli in Somalia inizia a dare oggi i primi frutti”: parola del colonnello Uberto Incisa di Camerana, che sabato pomeriggio ha partecipato, in auditorium Santa Croce a Casalmaggiore, alla commemorazione del casalese morto il 15 settembre di vent’anni fa, da parà della Folgore, nel porto nuovo di Mogadiscio.
Era il 1993: da allora, per altri quindici anni almeno, la Somalia è stata una polveriera. “L’attacco degli Stati Uniti ebbe l’effetto di gettare benzina sul fuoco”: ha spiegato il colonnello, ripercorrendo le tappe di una guerra che continua a mietere vittime ma che inizia ad avere qualche spiraglio positivo, stando alle parole di Uberto Incisa di Camerana. Una missione non facile, quella che Rossano Visioli volle a tutti i costi affrontare: a testimoniarlo, nel giorno del ventennale della sua scomparsa, Antonio Squadrone, al quale il giovane casalese si rivolgeva quotidianamente durante l’addestramento per essere inserito nelle liste dei partenti per la Somalia.
Partì, Rossano. E perì, a vent’anni, in una sparatoria. “Eravamo con lui”: ha raccontato Marco Sodi, con la voce rotta dalla commozione. “Oggi i soccorsi sono cambiati, sono tempestivi. Allora la situazione era critica”. Obiettivi del fuoco nemico, gli italiani. Fra loro, oltre a Visioli e Giorgio Righetti, uccisi, e al luogotenente Sodi, c’era anche Emanuele Cavacini, che non ha mancato di presenziare alla commemorazione in auditorium.
“Eravamo fieri di partecipare alla spedizione in Somalia”: ha ribadito il commilitone Emilio Vurchio, che con Rossano ha condiviso il viaggio a Mogadiscio, i momenti delle foto, delle uscite.
“Era un ragazzo schivo, che già dalle superiori si era interessato alla carriera militare”: ha riportato Fabio Cristofolini, che fu professore di Visioli ed è presidente dell’A.N.P.d’I. Cremona: da lui, insieme alla sorella di Rossano, Nadia, è scaturita l’idea di omaggiare il giovane casalese morto in Somalia con l’incontro tenutosi in auditorium dal titolo “La Folgore e l’Italia nelle missioni di pace in Somalia”, che ha ripercorso la storia del conflitto dal 1993 ad oggi, con sullo sfondo le foto del parà casalese morto a Mogadiscio.
In calce all’appuntamento, a cui ha fatto seguito una Messa di suffragio, proprio Nadia Visioli ha anticipato ai presenti, tra cui i familiari più stretti, la volontà di raccogliere le memorie del fratello (lettere, cartoline e fotografie della spedizione in Somalia) in una pubblicazione che verrà distribuita verso Natale.
“Sono passati vent’anni, ma in noi il ricordo è ancora vivo”: è la chiosa dell’incontro.
Simone Arrighi
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