Olimpiadi? No, grazie
Ci sono altre priorità
Il successo di Tokyo che ospiterà i Giochi del 2020 ha riacceso gli appetiti nostrani. Ci risiamo. E’ tornata voglia di Olimpiadi, 64 anni dopo quella di Roma (1960). Le più belle forchette del Paese sono mobilitate. E’ già lite tra Roma e Milano. Fra quattro anni il Comitato olimpico internazionale (Cio) sceglierà la sede della XXXIII Olimpiade, quella che verrà celebrata nel 2024. Che Dio ce la mandi buona.
Pensavamo di averle già viste tutte, questa estate. Tutte o quasi. Inutile fare l’elenco: Ruby, il giudice Esposito, i falchi e le colombe (più le pitonesse), il Quirinale contro la crisi, il centrodestra e gli strappi, i senatori a vita, i poteri forti nel derby Letta-Renzi, la purga staliniana a Violante, il Boldrini show (Camera convocata il 20 agosto,in aula quattro gatti; seduta breve da 200mila euro!), Fini il traditore tradito, il bacio delle atlete russe scambiato per gesto omosex (una bufala), i femminicidi con cui gli uomini narcisi e immaturi vogliono porre fine ai loro amori malati, il tormentone della decadenza che ci ha fatto diventare tutti costituzionalisti, il Cavaliere con Pannella, la febbre del Nilo, il baciamano del Papa alla bella regina di Giordania, i flop della Bonino (dai Marò al pasticcio kazako), i naufraghi respinti da Malta (e prontamente raccolti da noi), la latitanza di Ingroia e Di Pietro (oddio, dove sono finiti?), la vittoria del br Senzani al Festival di Locarno con il film “Sangue”, i tour malinconici della Kyenge, il galleggiamento di Franceschini l’eterno secondo fulminato da Bersani (gli ha negato la presidenza della Camera) e dagli occhioni azzurri di Michela. E mi fermo qui.
Ma quando tutto sembrava essere assorbito dalla telenovela di Sua Emittenza, ecco questa fregola olimpica. Uno stato di eccitazione improvviso, furioso e convulso. Se vogliamo pure irragionevole. Ma come, con tutti i problemi che abbiamo, pressati come siamo dalla crisi, ci andiamo ad infilare in un tunnel di spese che – Grecia docet – potrebbe annullare tutti i nostri sogni di ripresa? Per carità, abbiamo già dato.
E siccome l’Olimpiade viene assegnata ad una città e non ad una nazione, Roma e Milano si sono già lanciate. Anche Lettanipote ci sta mettedo del suo. Ha detto senza rossori: “Possiamo farcela”. E i quattrini dove li prendiamo? Si parla nella capitale di una spesa complessiva di 9,8 miliardi di euro per i poli sportivi, per le infrastrutture e l’ampliamento di Fiumicino. Il sindaco Marino parla di “strepitosa opportunità”. Per chi, dottor Marino? A Milano scalpitano Maroni e Pisapia. Anche Antonio Rossi, olimpionico di canoa (due ori ad Atlanta 1996, uno a Sydney 2000) sostiene che Milano è già pronta avendo le strutture dell’Expo.
I Poteri Forti sono già al lavoro. Sostengono, per farci ingoiare la pillola, che le Olimpiadi del 2024 sarebbero “a misura d’uomo”. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, romano, è scatenato. Ha detto a quelli della Gazzetta: “Ho già parlato con tutti in Italia”. Tutti chi? L’ultimo sondaggio di Renato Mannheimer rileva che gli italiani ritengono più urgenti taluni provvedimenti come la riduzione degli stipendi dei politici, la modifica della legge Fornero, la legge elettorale, l’Imu (abolita?), la riduzione dei parlamentari e, soprattutto, meno tasse sul lavoro, meno quattrini ai partiti. Quest’anno la pressione fiscale raggiungerà il 44,2% del Pil (ha fatto i conti la Cgia di Mestre). E ogni italiano – bambini e ultracentenari compresi – pagherà 11.629 euro di tasse e contributi. Non siamo mai stati così tassati e tartassati. E lorsignori puntano sui sogni olimpici? Ma fateci il piacere.
Enrico Pirondini
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