Cronaca

Campo da calcio
non più sicuro:
chiesto aiuto a comune

Li chiamano “irriducibili della partitella”. Si chiamano, tra loro, gli “amici della merenda”: sono un gruppo di calciatori amatoriali di ogni età, dai 17 ai 70 (e non è solo uno slogan), che ogni domenica si ritrova per fare un po’ di movimento, stare in allegria, giocare a calcio. Sono passati alle cronache, nei mesi scorsi, per la polemica con il Viadana Calcio, che ad un certo punto aveva chiesto, per poter accedere alle strutture vicine al Comunale di via al Porto, un regolare certificato medico.

Ora che il “loro” campo, quello storico di via Circonvallazione Fosse, è tornato agibile, per qualche mese sono riusciti a perseguire il loro intento: una gara ogni weekend, tutti insieme appassionatamente, ma un nuovo stop li costringe a tornare sui giornali. L’area, gestita dalla Provincia di Mantova, doveva essere inizialmente utilizzata per costruire una palestra che potesse essere utilizzata dall’Istituto Don Bosco. Ma senza fondi il progetto è saltato del tutto. Così il “campetto” è tornato la casa degli “irriducibili”, ma per poco: qualche settimana fa ha infatti ceduto la muraglietta in cemento che delimita il campo, un fenomeno non casuale ma dovuto al completamento lavori in piazzale Libertà, per un intervento al vicino fossato.

Alberto Casali, che degli “irriducibili” è l’anima, chiede che il campetto venga messo in sicurezza, dopo avere avuto dal comune la possibilità di prendere in gestione l’area. “Non voglio che nessuno si faccia male e quindi a inizio agosto ho chiesto all’ingegner Sanfelici e al vicesindaco Anzola, oltre che alla ditta, di intervenire per sistemare il danno. Ma ad oggi nessuna risposta”.

Casali rivela di tenere molto a quel campetto, sostenendo di avere speso di tasca propria per rimettere in sesto il campo e per togliere erbacce e arbusti: la struttura, secondo Casali, alla lunga rischia di diventare una giungla. Ma se per il verde l’uomo, residente a Viadana, è disposto a darsi da fare in maniera gratuita, come volontario, per la muraglia chiede aiuto a chi di dovere. “Anche perché altrimenti molti giovanotti come noi” dice Casali, che giovanotto lo è ancora dentro “saranno costretti a migrare altrove, dovendo anche noleggiare campi da calcio fuori città. Questo è un simbolo di aggregazione, anche sociale, e chiediamo che proprio per questa sua importanza venga sistemato e possa tornare agibile”.

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