Rimbalzo di colpe
e una casalese resta
senza gas 20 giorni
Nella foto il contatore “piombato” e quindi non funzionante
Un incredibile caso di disservizio arriva da una nostra lettrice, residente in via Baldesio a Casalmaggiore. Un problema e un ping pong di colpe, che vengono rimbalzate dall’agenzia che ha curato l’affitto dell’appartamento al gestore del gas, nella fattispecie l’E-On, che da poco ha chiuso il proprio ufficio in città.
Quel che è certo, responsabilità a parte, è che da venerdì la ragazza non può usare il gas di casa propria, che le è stato staccato e dunque è costretta a mangiare fuori, al ristorante, sia a pranzo che a cena da ormai quasi una settimana. Non il massimo, specie in periodo di crisi.
Ma andiamo con ordine: la giovane affitta l’appartamento in via Baldesio dal 1° luglio: alle varie volture (ossia il cambio di intestatario delle utenze principali come gas, luce e acqua che solitamente si effettua quando l’inquilino cambia) pensa l’agenzia che ha curato il contratto di affitto. Se non che, venerdì scorso, la ragazza prova ad accendere il fornello del gas e scopre che non funziona. Non solo, controllando il contatore, scopre che questo è stato “piombato”, che in gergo significato chiuso, reso inutilizzabile. Insomma, il gas è stato staccato.
A questo punto la ragazza chiede spiegazioni: all’E-On, contattata telefonicamente, la prima versione parla di utenza staccata perché il contratto era terminato, essendo intestato ai vecchi inquilini che ovviamente non abitano più in quell’appartamento. Dunque, il dubbio è che la voltura non sia effettivamente stata completata dall’agenzia, come invece garantito in un primo momento dalla stessa. Va detto, ad onore del vero, che la voltura è stata però effettuata sia per la luce che per l’acqua.
La ragazza, che ovviamente in tutta questa storia non ha colpe di alcun tipo, chiede una “visita” da parte di tecnici dell’E-On, ma l’azienda dice di non poter intervenire. Il motivo? Il contatore a loro risulta aperto, la fornitura ancora attiva, dunque tutto per la ditta è perfettamente funzionante. Situazione che, stando al regolamento interno dell’azienda, non giustificherebbe un intervento. Una versione che contraddice quella ottenuta poche ore prima al telefono dagli stessi impiegati.
Quel che è certo e che le foto dimostrano è che il contatore è effettivamente piombato, dunque si dovrebbe intervenire subito per risolvere il problema. Se non che, dopo l’ultimo tentativo telefonico, la ragazza casalese riceve una nuova, spiazzante risposta: l’intervento può avvenire al massimo in 7-10 giorni, non prima. Sommati alla settimana già trascorsa, fanno quasi venti giorni senza gas. Al di là delle responsabilità, che non sta a noi accertare, rimane l’incredulità dinnanzi ad un episodio dai contorni davvero grotteschi.
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